VIVA VERDI!

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di Alfredo Sgarlato – Devo iniziare questo articolo con una confessione. Nella mia vita ho ascoltato migliaia di dischi rock e centinaia di concerti jazz, ma non sono altrettanto appassionato di musica classica, tanto meno di lirica. Però, in un momento della mia gioventù un cui pensavo che il rock non avesse più nulla da dirmi e avevo deciso di approfondire tutti ma proprio tutti i generi musicali, mi sono cimentato anche nell’ascolto di un’opera lirica. Per ovvi motivi di omonimia col protagonista la mia scelta è caduta sulla “Traviata”.

Ben presto dissi tra me e me: è un capolavoro. Ma cos’è che fa sì che l’ascoltatore impreparato di fronte a Verdi gridi al capolavoro e ascoltando Wagner se è un comico newyorchese faccia battute indimenticabili, altrimenti si addormenta? Perché Verdi è un genio, verrebbe da rispondere. Si, ma perché è un genio?

Sapete, anche la musica ha una fisiognomica, una risonanza intima. Così come certi colori ci inducono sensazioni e stati d’animo, lo sanno bene i pubblicitari, certi accordi formano nella nostra psiche libere associazioni, per cui li associamo a immagini. Per esempio c’è un intervallo tra le note che ci induce a immaginare momenti di festa, con balli e brindisi. È quello che Verdi usa nell’aria “Libiam dai lieti calici”. Attenzione, non è il contrario. Il testo viene scritto dopo, su una musica scelta appositamente.

Verdi era maestro in questo uso fisiognomico della musica, così come lo sono certi cantautori degli anni ’60, le cui canzoni sono sopravvissute al tempo. Se poi vi capita di ascoltare una di quelle trasmissioni TV che spiegano la musica, scoprirete che “La Traviata” è costruita su un’unica sequenza di note, che Verdi scompone a formare mille temi diversi, drammatico, romantico, epico. Insomma, il remix l’ha inventato lui. Scoprirete che Verdi era censurato dalle autorità e che la sua musica spesso era fischiata perché troppo avanti per il suo tempo.

L’opera lirica, o melodramma, è una delle principali creazioni del genio italico. Verdi, di cui il dieci ottobre ricorreva il bicentenario della nascita, ne fu tra i massimi esponenti, con Rossini, Puccini e Mozart, i cui testi li scriveva Da Ponte. Come molte eccellenze italiane anche l’opera sta morendo e forse quest’anno non ci sarà la prima della Scala di Milano. Che è diventata uno degli eventi più trash in circolazione… ma sapere che potrebbe sparire, mette ugualmente tristezza.

* il trend dei desideri: rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato

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