Il gioco delle tre carte – Stato, enti locali, vecchie e nuove tasse: per i Comuni nel 2014 mancheranno all’appello 3 miliardi

di Fabrizio Pinna – «La pagliacciata dell’Imu non abbia seguito! Che cosa accadrà quando gli italiani scopriranno di continuare a pagarla con gli interessi metamorfizzata in Service tax? Funzionerà ancora il trucco di scaricare sulle autonomie locali la “colpa”?». Parole dell’intellettuale “militante”, filosofo, politico ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari in un articolo della sua rubrica – dal titolo emblematico “Parole nel vuoto” – apparso sul settimanale “l’Espresso” poco prima dell’ultima crisi di governo (n. 38, a. LIX, 26 settembre 2013).

Crisi e precari conti statali alla mano, che sull’abolizione dell’Imu sia stata combattuta in questi mesi una battaglia partitica tutta e solo ideologica e di propaganda è un fatto evidente. E il dubbio che la politica – con la “p” minuscola – sacrificata ulteriormente nel lavacro di una improbabile “Große Koalition” all’italiana, ne stia venendo fuori per opportunismo con la solita operazione retorica di facciata, lo è altrettanto: indipendentemente dalle tradizioni culturali Politiche – con la “P” maiuscola – nelle quali ognuno, almeno in parte, si riconosce.

Tattica e attendismo di pragmatica, di sicuro non risolvono il dubbio. Nonostante le rassicurazioni del Governo e del premier Letta sulla Legge di stabilità varata dal Consiglio dei ministri, infatti, “la certezza che nel 2014 i Comuni potranno godere delle stesse risorse che avrebbero introitato con Imu e Tares”, come auspicato dal presidente dell’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), il sindaco di Torino Piero Fassino (Pd), e dal suo vice presidente e sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo (Pdl), non esiste per nulla e sembra ancora solo una felice utopia. Se sarà possibile trovare le risorse necessarie e ci sarà la “volontà politica” di correggere la rotta della legge in Parlamento rimane un’incognita e di questo si parlerà anche nella XXX Assemblea annuale dell’Anci che si svolgerà in settimana a Firenze, dal 23 al 25 ottobre.

Al momento, comunque, l’unico dato veramente certo va in direzione esattamente contraria da quella auspicata dagli enti locali perché la sostituzione di Imu e Tares con la Trise (Tari, tassa sui rifiuti + Tasi, tassa sui servizi indivisibili) in mancanza di congrui trasferimenti statali darà ai Comuni solo una leva negativa per far quadrare i loro bilanci, con conseguenze che ovviamente ricadranno su tutti i cittadini. I conti sono presto fatti, è il disincantato commento epigrafico del sindaco di Andora, Franco Floris, presidente della commissione Finanza locale dell’Anci: “L’Imu prima casa per il 2013 dovrebbe essere rimborsata dallo Stato pari a 4 miliardi di euro”, ma nel “2014 per Imu prima casa nessun trasferimento”, mentre è previsto solo “per ex Tares un trasferimento di un miliardo ai comuni dallo stato”. E dunque? “Per il 2014 ai comuni mancheranno tre miliardi”: “Ne consegue che i comuni per recuperare 3 miliardi saranno obbligati ad aumentare la pressione fiscale locale, vedi Imu prima casa. Chiaro l’arcano”, conclude Floris.

Insomma, ancora una volta il cerchio della “politica” sembrerebbe chiudersi su se stesso. Ma se così sarà, davvero funzionerà ancora il trucco di scaricare sulle autonomie locali la “colpa”?

* Note a margine di Effe: la rubrica Corsara di Fabrizio Pinna