«La commozione è stata grande, all’atto della lettura della sentenza da parte del Collegio Giudicante presieduto dalla dott.ssa Fiumanò: dopo 5 anni di locandine, articoli di giornale, passaggi televisivi dove venivamo descritti come delinquenti, sentire pronunciare la parola assoluzione mi ha aperto il cuore. Ancora una volta devo ringraziare la Magistratura giudicante, che per la 19ma volta, perché tante sono le volte in cui sono stato chiamato a giudizio, ha dimostrato di saper leggere i fatti in maniera scevra da condizionamenti ideologici e soprattutto di saper applicare una Giustizia giusta». Così dichiara Marco Melgrati a commento della sentenza di assoluzione con formula piena emessa questa mattina dal Tribunale di Savona che lo vedeva protagonista di una vicenda che si è protratta per 5 anni.

«Se per 19 volte sono stato trascinato in tribunale, e per 19 volte assolto, e non mi sento un perseguitato, qualcosa nell’amministrazione della giustizia inquirente che non funziona c’è. Ringrazio anche il mio Avvocato, il compagno On. Franco Vazio, distante da me per militanza politica, ma attento e capace di ricostruire una vicenda nel dettaglio, confutando in maniera magistrale le tesi sostenute dalla Procura di Savona, ma soprattutto un amico. Avevo comunque la coscienza a posto, e sono tuttora consapevole che tutto quello che ho fatto l’ho fatto per il “bene” del Comune e della Città di Alassio, con lo spirito del “buon padre di famiglia”. Per questa vicenda, e non solo per questa, da Sindaco di Alassio mi sono assunto responsabilità pesanti, che mi hanno portato a difendermi in Tribunale dall’accusa di “concorso morale in abuso d’ufficio”, per la vicenda del Grand Hotel e del CentroTalassoterapico. Ma se la mia colpa è aver sollecitato la Fincos ogni giorno per terminare i lavori del Grand Hotel e aprirlo finalmente, dopo 42 anni di chiusura, di vergogna, di occupazione da parte di extracomunitari e drogati, infestato da topi, scarafaggi e rampicanti, uno scempio per la Città e per la Piazza dei Partigiani, sono fiero per quello che ho fatto, assieme ai miei collaboratori della Giunta e della Maggioranza di allora, per aver restituito il Grand Hotel alla Città, e rifarei oggi quello che ho fatto ieri».

«Il processo – continua Melgrati – ha dimostrato che l’assunto su cui si basava la Procura della Repubblica di Savona, e cioè che le Delibere in linea tecnica avrebbero dato la possibilità alla Conicos, oggi Fincos, di realizzare l’opera in difformità dal progetto originale, secondo varianti che non erano ancora state approvate (ma che poi sono state puntualmente approvate, ancorché in sanatoria, trattandosi di varianti non essenziali) non era vero. Infatti non il mio Avvocato, l’On. Franco Vazio, ma il Pubblico Ministero dott.ssa Maria Chiara Paolucci ha dichiarato, nella Sua arringa finale, che queste delibere erano legittime!».

«Oggi questo grande progetto che ha cambiato il volto della mia città e per cui è valsa la pena impiegare questi anni a servizio della città di Alassio come Sindaco è qui, sotto gli occhi di tutti: siamo riusciti, grazie anche e soprattutto alla Fincos, ad aprire il Grand Hotel, il parcheggio sotto la piazza Partigiani, la piazza stessa, prima invasa da automobili parcheggiate e restituita ai cittadini come centro della vita sociale e teatro delle manifestazioni e il centro termale talassoterapico tra i più attrezzati d’Europa. Certo, per fare questo ci siamo scontrati con la Magistratura; abbiamo approvato delibere di indirizzo che tracciavano la strada per questo grande progetto, sempre supportati dal parere favorevole degli Uffici, sempre muniti di preventivi pareri legali, e se abbiamo fatto degli errori, ma io non credo, ebbene, se questo è il risultato finale, lo ripeto, io sarei pronto a rifare tutto quello che ho fatto».

«Questo intervento è frutto della sinergia tra Pubblico e Privato e se oggi siamo arrivati a questo risultato, lo dobbiamo anche al fatto che abbiamo trovato una azienda solida come la Conicos, oggi Fincos, e soprattutto al suo Amministratore, il geometra Giorgio Vinai e alla figlia arch. Olivia, che con me, con noi,  hanno condiviso un sogno… Il sogno di ridare a questa città una struttura alberghiera di prestigio come il Grand Hotel, che ha conosciuto i fasti della Bella Epoque, che ha ospitato regnanti e teste coronate, capi di governo, pittori e letterati famosi, perché Alassio era Alassio con il suo Grand Hotel».

«Un pensiero va’ alle minoranze di sinistra, che durante la mia Amministrazione da Sindaco, per il proprio livore, la propria cattiveria e l’invidia per il risultato eclatante che si stava per conseguire, hanno pensato bene di fare esposti alla Magistratura, dimostrando di non essere all’altezza di un confronto polico-amministrativo nel supremo interesse della città che andava svolto nella sua sede d’elezione, il Consiglio Comunale, e non già nelle aule giudiziarie. Infine un ultimo pensiero a quella nefasta amministrazione Avogadro, crollata sotto i colpi inferti da una opposizione che ha saputo agire nell’aula Consiliare, che prima nella storia della nostra città, si è insinuata nel processo come parte civile, chiedendo ai 4 imputati (oggi assolti) la fantasiosa cifra di 63 milioni di euro di danni a favore del Comune. Questo è un precedente grave, che non vorrei si ritorcesse nei Loro confronti, visti i procedimenti giudiziari in essere e quelli che dovranno essere acclarati».

Conclude Melgrati: «comunque ogni sera che passo in via Marconi davanti al Grand Hotel, e passo sempre apposta,  e vedo l’albergo e il cono del Centro Termale illuminati, dopo tanti anni di abbandono, di chiusura, di vergognosa colpevole inerzia, mi commuovo, sono orgoglioso, e oggi più di prima, dopo il verdetto di piena assoluzione, penso di aver contribuito a realizzare una grande opera per la Città di Alassio».