(fp) (Roma/Albenga) «Non dobbiamo dimenticare neppure per un momento la ferita inferta alla nostra democrazia e allo stato di diritto in Italia a causa di una magistratura e di una sinistra che stanno portando a compimento il disegno perseguito da vent’anni di eliminare il leader dei moderati dalla vita politica privandolo addirittura della propria libertà personale». È quanto dichiarato oggi in una nota stampa da uno dei “falchi” del Pdl, il senatore Sandro Bondi, il quale sull’onda incandescente delle lotte intestine al partito ha anche lanciato una nuova sfida al suo segretario e vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano: «Il problema morale prima ancora che politico che pongo da tempo è che cosa siamo disposti a fare noi per impedire che un tale sovvertimento della democrazia giunga alle estreme conseguenze?».

Parole che non sono piaciute a molti, fuori e dentro il Pdl, è che hanno trovato – nella “sinistra” incriminata – anche una dura censura da parte l’on. Franco Vazio, membro della Commissione Giustizia della Camera: «La dichiarazione dell’on. Sandro Bondi – sostiene – che parla di sovvertimento della democrazia, oltreché delirante nel merito, appare gravissima perché assolutamente indifferente al tema dei poteri dello Stato e perché lesiva della dignità della Magistratura, potere riconosciuto dal titolo IV della nostra Carta Costituzionale».

«Premesso che nel merito le dichiarazioni appiano destituite di ogni fondamento e lontane anni luci dal comune sentire della Comunità nazionale ed internazionale, le sentenze possono essere certamente criticate» prosegue Vazio, il quale tuttavia respinge come politicamente e civilmente “inappropriati” gli attacchi di Bondi: «Affermare che la Magistratura, nel suo complesso, amministra la giustizia non “in nome del Popolo Italiano” (art. 101 Costituzione), ma in ragione di un non meglio specificato disegno politico, volto a colpire una forza politica o meglio il suo leader, rappresenta un attacco alle fondamenta della nostra convivenza civile. Si può parlare della riforma della Giustizia, ma è bene chiarire all’on. Sandro Bondi che tutto ciò non presuppone e non può prevedere purghe o intimidazioni per i Magistrati che hanno pronunciato sentenze di condanna ovvero che stanno indagando nei confronti di Silvio Berlusconi».

«In alte parole non può introdursi nel nostro ordinamento il principio con cui George Orwell conclude la sua splendida opera “Animal Farm” e cioè ‘tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri’. Sarebbe grave se queste riflessioni fossero fatte da un’associazione o da un cittadino qualsiasi, ma in quanto provenienti da un membro del Parlamento e come tale facente parte di altro Organo Costituzionale rappresentano un’aggressione inaccettabile ed anche dal sapore eversivo, per la violenza del linguaggio, e come tale da respingere e condannare sia nel merito che nelle forme», conclude Vazio.