Cose da Paz! Il Museo Luzzati omaggia Andrea Pazienza

di Alfredo Sgarlato – Venticinque anni fa moriva Andrea Pazienza, uno dei più straordinari interpreti del proprio tempo, e non è che gli omaggi siano siano stati molti. Uno dei più curati è qui da noi in Liguria, nel bel museo Luzzati di Genova, visitabile fino al 5 ottobre. I puristi forse obietteranno sul fatto che sia considerato un grande artista colui che si è espresso in arti considerate (a torto) minori: il fumetto, le copertine di dischi, i poster cinematografici. Ma ormai non ci sono dubbi che il fumetto sia arte, e che lo sia grazie anche ai grandi autori italiani, quelli emersi negli anni ’60 come Pratt, Crepax, Manara, e quelli affermatisi un decennio dopo sulle pagine di Alterlinus e soprattutto di Frigidaire, Pazienza, Tamburini, Liberatore, Mattioli, Igort.

In mostra a Genova troviamo molte tavole originali, le opere più autobiografiche come “Le straordinarie avventure di Penthotal” o “Gli ultimi giorni di Pompeo”, il dissacrante “Pertini”, il mitico “Zanardi”, stralci da due opere purtroppo incompiute, “Astarte”, la storia del cane di Annibale, e “Campofame”, altra vicenda molto autobiografica, la morte di un poeta. Una sola stanza, ma che darà le lacrime agli occhi a chi ha amato l’artista abruzzese.

Le opere di Pazienza, è vero, sono molto violente e intrise di morte e decadenza. Ma era il sentire inevitabile di quegli anni: il terrorismo, la minaccia di un golpe fascista come in Cile o la paura dell’invasione sovietica (poi, caduta la cortina della censura, scoprimmo che quando i sovietici invadevano veramente scambiavano i carri armati con casse di vodka; e su questo Paz ci avrebbe fatto un fumetto magnifico). E l’incubo della droga, che distruggerà una generazione, a cominciare proprio da Pazienza.

Eppure quegli anni erano anche belli: le riviste, il nuovo rock italiano, il teatro d’avanguardia, i successi nella moda e nello sport. La speranza del cambiamento era tangibile. Poi sarebbe arrivata l’egemonia culturale della Milano da bere e avrebbe distrutto tutto.

* il trend dei desideri: rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato