Albenga – Tutti contro tutti, scontro frontale maggioranza e minoranza: il sindaco Guarnieri respinge le critiche di Vio (che controreplica…)

di Fabrizio Pinna – Tutti contro tutti. È ancora scontro al vetriolo ad Albenga tra la minoranza consigliare e l’amministrazione. Tra i molti punti di frizione e del muro contro muro – oltre alla querelle un po’ stucchevole sul valore, o disvalore, “storico” dell’eredità Viveri – anche la questione più attuale e concreta della possibilità di dare il via libera nei prossimi mesi alla costruzione di un impianto di cremazione adiacente al cimitero di Leca, che ha trovato nelle scorse settimane l’opposizione di un comitato – politicamente trasversale – di residenti e ha innescato anche un’accesa polemica interna alla maggioranza. Si è parlato della convocazione di un Consiglio Comunale ad hoc su questo così come sulla sicurezza ad Albenga, ha denunciato più volte la minoranza, ma finora “sono rimaste solo parole”.

E sulla polemica è ritornato in queste ore il capogruppo del Pd in Consiglio, Mariangelo Vio, chiedendo al sindaco Guarnieri di fare un passo indietro. Anzi, due: e di dimettersi, “per il bene della città”. “La rissa notturna in maggioranza sul forno crematorio di Leca ha svelato gli inconfessabili mercanteggiamenti sui quali si fonda l’alleanza di governo che sta amministrando Albenga. Ormai ogni pratica vede in gioco un interesse particolare, al quale viene contrapposto un altro interesse particolare per ottenere l’approvazione”, ha accusato Vio, ex primo cittadino ingauno dell’era post-Viveri: “Se il sindaco ha ancora un briciolo di dignità e di rispetto per la città e per sé stessa, dovrebbe trarre le logiche conclusioni e smetterla di essere ostaggio di questo mercato delle vacche. La sfuriata tra Pollio e Robello ha messo in evidenza una situazione già nota agli addetti ai lavori, ma purtroppo non a tutti gli albenganesi. È uno scenario intollerabile per la nostra città”.

Critiche – ça va sans dire – respinte oggi al mittente dal sindaco, peraltro pungolato in questo a intervenire proprio dall’assessore pidiellino Bruno Robello De Filippis che – come spesso quando finisce nell’occhio del ciclone – in buona sostanza le ha chiesto di “far quadrato”, così come aveva già fatto nei giorni scorsi con il capogruppo Pdl Marino, il quale lo ha difeso per le sue irrituali e brusche esternazioni su Viveri, che lo avevano portato in libera rotta di collisione con le posizioni ufficiali della Lega e del sindaco stesso.

“Ci sono dei personaggi politici, ad Albenga, popolarmente definiti ‘e pe mi nu ghé ninte?’, i quali, appena si presenta un’operazione pubblica-privata, si attivano e contattano i proponenti, o i soggetti attuatori, elemosinando un incarico, pronunciando questa frase il lingua ligure. Pare sia accaduto anche con il proponente del tempio di cremazione, mediando per l’acquisizione dell’area adiacente. Non solo mediavano per una parte dell’area necessaria, ma per l’intera azienda”, ha replicato piccata il sindaco Rosy Guarnieri alla minoranza consigliare: “Al capogruppo Vio converrebbe guardare in casa propria: se le società sportive, i rioni, i commercianti coadiuvati dall’amministrazione organizzano stand gastronomici, loro ‘fanno sagre della porchetta’, anzi volgare mortadella. Se invece il PD fa enogastronomia, si chiama festa, non sagra, e anziché la porchetta, la chiamano tartare di maialino. Stesso dicasi per le discussioni: se Bruno Robello De Filippis risponde alla proposta di Gianni Pollio sul referendum, limitatissimo ai cittadini di Leca, adducendo che la sua proposta potrebbe estendersi anche ai commercianti per i mercatini, allora è rissa”. “Mentre loro – ha proseguito attaccando la manifestazione politica di questo weekend – reduci dal flop colossale della festa PD, che ha visto al massimo 50 persone nella serata clou – pari, se non meno, alle assemblee mensili del movimento in cui milito – alla quale hanno invitato anche l’apolitico e apartitico comitato contro il forno per attirare un po’ di gente e per ben 5 giorni hanno riempito le abitazioni del circondario di piazza Trincheri di echi di urla, insulti, accuse anche pesanti tra i componenti della dirigenza locale – circa una dozzina – allora è confronto di arricchimento personale. Penso siano giunti quasi alle mani. E capisco l’on. Vazio, che bene ha fatto a restarsene a Roma, piuttosto che partecipare a questo fiasco democratico”.

Solo pittoresca dialettica quella della maggioranza, minimizza il sindaco le tensioni interne alla coalizione amministrativa: “Caro Vio, preferisco i miei ragazzi che affrontano le problematiche anche in modo colorito, piuttosto che il vostro confronto. Io non sono ostaggio di nessuno, non lo sono stata neppure per un singolo giorno in tutta la mia vita. Sono una persona libera da ogni compromesso, abituata, a differenza di altri, a lavorare seriamente e pronta a cogliere l’attimo con serietà, professionalità, correttezza e trasparenza. Non con il piattino in mano del ‘e pe mi nu ghe ninte?'”, conclude Guarnieri.

Guerra fredda, insomma. E infatti non si è fatta attendere la controreplica del consigliere Vio, arrivata a giro di posta: “Leggo le illazioni del sindaco circa la proposta di realizzare un forno crematorio ad Albenga; è evidente che gli insulti e i tentativi di gettare fango sugli avversari politici denotano lo stato di confusione in cui da tempo versa la ‘signora’ Guarnieri. C’è una cosa ben chiara a tutti che non è certo lei la persona che può dare giudizi sulla moralità altrui. Ed è assolutamente evidente che come sindaco deve fare una cosa e farla subito. Se è a conoscenza di un minimo di verità inerente le sue illazioni deve denunciarlo con chiarezza e non nascondersi dietro generici pare e si dice”.

Una strategia polemica quella del sindaco, sostiene il capogruppo del Pd, usata solo per eludere il problemi: “D’altronde la ‘signora’ non è nuova a questi metodi. Lo ha fatto nel passato, lo ha fatto nell’ultima campagna elettorale, lo fa oggi con tutti coloro, ormai troppi, che puntano l’indice sulle scelte disastrose per la città che ha fatto da quando è sindaco. Il suo delirio infarcito di bugie è un misero tentativo di chi assediato dalla contestazione dei cittadini non sa come tirarsi fuori. Impari a confrontarsi sui problemi: incontrando i cittadini che la contestano per il forno crematorio, convocando il Consiglio Comunale sull’ordine pubblico da cui continua a sfuggire”.

“Nella Festa del PD – prosegue – non ci sono state urla, insulti o accuse di sorta che la ‘signora’ si è inventata di sana pianta. Gli amici che hanno partecipato lo hanno fatto con la voglia e il piacere di trovarsi assieme e conversare di politica come possono ben raccontarle quei consiglieri comunali del Pdl di Albenga che ci hanno fatto visita nei tre giorni della festa. Certo si è parlato di politica e di proposte e progetti per una buona pubblica amministrazione”. “Certo – conclude Vio – all’interno dell’area della festa hanno trovato ospitalità i rappresentanti del ‘Comitato contro il forno’ come in modo dispregiativo li chiama lei e che contro questa sua nefasta proposta hanno già raccolto più di mille firme. Abbiamo dato loro la possibilità di incontrare i cittadini, spiegare le loro ragioni, confrontarsi. Cosa che dovrebbe imparare a fare il sindaco anziché rifugiarsi nel fin troppo abusato metodo dell’insulto e dell’illazione”.

** [AGGIORNAMENTO] Albenga, ancora strascichi polemici tra Vio e Guarnieri; sindaco: “nessuna fuga”