Albenga, le meraviglie del Centa: da oasi naturalistica a discarica e bivacco sotto le stelle (reportage)

di Fabrizio Pinna – È purtroppo a tutti noto lo stato di incuria e degrado in cui da anni versa ad Albenga l’alveo del Centa in molti tratti – anche prossimi alla foce e all’ex parco e oasi naturalistica – ridotti periodicamente a vere e proprie discariche e bivacchi a cielo aperto, con detriti e rumenta crescenti che le piogge e le correnti del fiume, in momenti di piena, trasportano poi immancabilmente in mare. Problemi i quali non hanno ancora trovato una soluzione e che, come il moto oscillatorio costante e infinito di un pendolo (ingauno…), altrettanto periodicamente portano la cittadinanza all’indignazione e al consueto balletto del declino delle responsabilità tra i vari Enti locali, Comune e Provincia in primis.

Senza andare con le cronache cittadine lontani nel tempo, nel febbraio 2012 si era attivata l’associazione “Tra le Torri” per promuovere una campagna di sensibilizzazione con una giornata civile e ambientale per la pulizia del fiume e – ancora più recentemente, nel maggio scorso – lo stesso giovane assessore all’Ambiente Guido Lugani, sollecitato da più parti, aveva promosso un’analoga iniziativa. Soluzioni tuttavia solo “tampone”, finora sempre rivelatesi nei fatti poco efficaci e di breve corso, evidentemente non in grado di mutare la situazione.

È infatti, ieri, un nuovo allarme, con il caso innescato sui social network da un’imprenditrice albenganese, Giorgia Grossi, che sulla sua pagina Facebook ha postato alcune foto a chiara denuncia e documento del crescente degrado che sta vivendo ancora una volta in questi giorni la foce del Centa, avviando un vivace dibattito pubblico e privato. Non è mancata oggi la “solidarietà” dell’amministrazione, con l’assessore Lugani disponibile al confronto ma che comunque ha rimpallato la responsabilità alla Provincia: «il fiume Centa – ha dichiarato – “appartiene” alla Provincia di Savona e quindi anche la pulizia è di competenza dell’Ente».

Una risposta che però non è una vera risposta, dal momento che con i tagli della Regione ai fondi disponibili anche il sostegno di Palazzo Nervi è stato quest’anno ulteriormente limitato e nel quadro degli “interventi prioritari del programma annuale 2013 di manutenzione ordinaria relativo alla difesa del suolo”, approvato dalla giunta provinciale a fine agosto, per Albenga risulta agli atti solo un cofinanziamento del 70 % (16,800 €) per il Rio Ciambellino e nulla per il Centa. «La difesa del suolo e in particolare la pulizia dei fiumi è argomento di grande attualità», ha ammesso il Presidente Angelo Vaccarezza il giorno dell’approvazione dei finanziamenti, ma – ha subito aggiunto mettendo le mani avanti – “a prescindere dalle risorse stanziate dalla Provincia, ci tengo a sottolineare, ogni singolo Comune deve agire comunque: i fiumi vanno puliti”.

Del resto, il caso della foce del Centa (ma non solo) non presenta soltanto un problema di sporadica e ripetuta inciviltà ambientale, ma è anche la cartina di tornasole di aspetti di degrado e “marginalità” sociali che la città fatica a fronteggiare, come dimostrano palesemente i 3 o 4 bivacchi “stanziali” tuttora presenti e facilmente individuabili, tanto più che anche di recente sono stati più volte segnalati sospetti focolari notturni. Dopo la rimozione (peraltro tardiva) seguita l’anno scorso alla nuova arginatura e proseguimento della costruzione della passeggiata lungofiume degli arredi dell’ex parco che favorivano accampamenti improvvisati, il fenomeno non è infatti per nulla scomparso ed è ovvio che si sia accentuato nel periodo estivo. Come sull’inquinamento, anche su questo continuano evidentemente a mancare ancora un monitoraggio costante, misure di deterrenza e supporti – quando è il caso – adeguati da parte dei servizi sociali. Cerchi aperti e cerchi… che non si chiudono. Problemi irrisolti, insomma. Il dibattito e la pubblica polemica restano aperte: ma sul come saprà e ha intenzione di dare risposte reali, concrete ed efficaci al territorio e alla cittadinanza, l’amministrazione comunale ingauna finora continua ad essere evasiva.

4 Commenti

  1. Se non ci fossero alberi, cabbe e rovi nel letto del fiume, non potrebbero nemmeno imboscarsi per delinquere e gozzovigliare

  2. In tutte le città il fiume è una risorsa ambientale e turistica, anche semplicemente come passeggiate lungofiume e piste ciclabili. Da noi no. A parte i palazzi costruiti sulle sponde, in passato e di recente, anche da amministratori pubblici manca una programmazione vera del territorio …

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