Finale, Ubuntu: appuntamenti al bar del Mondo equosolidale

di Claudio Almanzi – Proseguono sulla passeggiata finalese gli appuntamenti culturali organizzati da Ubuntu, il famoso Bar del Mondo che propone prodotti equo solidali e propugna una più appropriata coscienza nel consumare le materie prime. Attualmente sta ottenendo un grande successo una mostra d’arte: si tratta delle personale dell’artista milanese Tony Tedesco che espone ancora le sue opere, fino al 4 settembre. “La personale dal titolo “Girovagare in un bosco adimensionale” offre infatti l’opportunità di conoscere alcuni degli aspetti caratteristici della pittura di Tedesco- dice Adalberto Guzzinati, giornalista e critico d’arte- Si tratta di una occasione ideale per ammirare le impronte su carta ispirate dal creatore del Codice Adimensionale”.

Tedesco, che è il fondatore del gruppo MAV (Movimento Adimensionale Visivo), dagli anni Settanta, quando ha iniziato la sua carriera artistica, ad oggi, ha esposto in Italia ed all’estero in decine di note gallerie e Musei. La mostra di Tedesco non è che una delle tante iniziative di “Ubuntu”. Domani sera ad esempio, dalle ore 20 alle 22, è in programma: “M’illumino di meno”, aperitivo a lume di candela. Il 27 ci sarà la “Cena brasiliana” con la celebre Feijoada à brasileira, Faroffa e spiedini di frutta. Il 30 agosto (alle 21) “Anno domini 1000”, presentazione del convegno su “Etiopia e vie oceaniche della seta”.

“L’Ubuntu- ci ha detto Tiziana Bonora- si propone quale luogo ideale per avvicinare le persone ai percorsi che ognuno può intraprendere per rendere questo mondo migliore, cominciando dalle piccole cose. Il bar può essere il punto di incontro di molti e propone svariati stimoli culturali da mostre d’arte a laboratori di ‘altra economia’, da incontri con personaggi a riflessioni sul consumo critico. Crediamo nel valore della legalità, nell’importanza della centralità della vita, nell’importanza della finanza etica, nell’indispensabile tutela dei diritti umani e della biodiversità. Ubuntu può essere il luogo dove riflettere insieme sulla qualità dei nostri cibi, sul nostro potere di controllo sulla filiera, sulle informazioni su come questi cibi vengono prodotti, coltivati, trattati, sugli impatti che essi hanno negli ecosistemi e nelle società di provenienza, per effetto della globalizzazione, è praticamente annientata”.