La Liguria e il Mediterraneo per la prima serata del Premio Città di Loano

di Alfredo Sgarlato – È iniziata ieri sera la nona edizione del Premio nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale, ideato da La Compagnia dei Curiosi, e dedicato quest’anno, racconta il Direttore Artistico John Vignola, alle comunità resistenti, quelle che resistono alla massificazione culturale imposta dalle logiche commerciali, ma che non hanno timore di mescolarsi e confrontarsi tra loro. Nel pomeriggio il giornalista Ciro De Rosa ha incontrato gli Alberkant, gruppo piemontesi che continua il lavoro di Alberto Cesa, musicista e musicologo scomparso nel 2010, che ha inciso molti dischi recuperando canti popolari della zona, canzoni politiche da paesi schiacciati sotto dittature e composto canzoni proprie. Alcuni degli Alberkant erano collaboratori di Cesa, il gruppo è intergenerazionale, il più giovane, il violinista Edoardo, ha solo quattordici anni. Un’ora piacevole di musica e conversazione al riparo delle palme.

Alla sera un doppio incontro: dapprima gli Uribà, insieme ai corsi Dopu Cena, nel progetto “L’acqua chi corri com’è a vita” fondono musica corsa e canzoni popolari delle valli nostrane. Gli Uribà, Alessandro Graziano (voce, chitarra e violino), Federico Fugassa (basso e contrabbasso), Davide Bonfante (batteria), Davide Baglietto (cornamuse, flauti e percussioni), dal vivo mostrano un evidente piacere di suonare, che sanno trasmettere al pubblico. La fusione coi Dopu Cena, Ghjuvan Micheli Weber (canto, ciaramedda, violino, flauti), Micheli Solinas (canto, chitarra, violino, flauti tradizionali, mandolino), Arnaud Giacomoni (canto, chitarra basso), Dumenicu Casalonga (voce e chitarra), Stefanu Murucciu (canto), polistrumentisti dalle ottime voci, è riuscita e i due gruppi si compenetrano ottimamente. Il canto polifonico corso ha una sua identità precisa, diversa sia da quella sarda che dai trallallero genovesi, e solo da pochi anni gode di una riscoperta internazionale. Chi ama le contaminazione musicali apprezza molto quando le melodie e gli strumenti tradizionali sono sostenuti dai ritmi flessuosi e articolati di Fugassa e Bonfante, una sezione ritmica tra le più valide in zona. È molto divertente ascoltare la lingua corsa, una miscela di tutte le pronunce e gli idiomi del Mediterraneo.

Secondo ponte è quello dato dal progetto “Galata”, ovvero il quartiere genovese di Istanbul, dove come tutti sanno gioca la squadra del Galatasaray. Qui il canto tipico della Compagnia di Canto Trallalero, di cui fanno parte elementi scelti di varie squadre tradizionali come La Squadra’ (ex Centro Storico), e i “Canterini Val Bisagno”. ovvero Matteo Merli tenor & vocal guitar (o primmo e a chitara), Paolo Sobrero contralto (o contræto), Gael Princivalle Baritone, Bass (o controbasso, basso) si sposa con la musica che l’Orchestra Bailam, composta da Franco Minelli (chitarre, bouzouky, baglamas, oud, voce), Edmondo Romano (sax soprano, clarinetto, flauti, cornamusa), Luciano Ventriglia (batteria, derbouka, percussioni, voce), Luca Montagliani (fisarmonica), Roberto Piga (violino), Tommaso Rolando (contrabbasso, basso), ci ha insegnato da tempo ad amare: klezmer, rebetiko, musiche turche e mediorientali, rilette con lo humour di chi ama Totò quanto la tradizione musicale. La musica è davvero trascinante, la voce di Merli molto bella, e gli interventi solisti di Romano, Piga e Montagliani sempre raffinati. Ritmi incalzanti e presenza scenica molto forte, che da tempo sono il marchio distintivo della Bailam. Peccato che, come ci racconta Merli, la tradizione del Trallallero si stia perdendo e pochi giovani l’abbiano raccolta. Anche in questo caso la fusione tra culture è perfetta, a dimostrare come le musiche tradizionali siano in realtà qualcosa di vivo e che vive però rinnovandosi continuamente.

Una serata trascinate che ha convinto anche i musicofili più esigenti. Oggi (martedì), imperdibile triplo appuntamento con Paolo Jannacci che alle 18,30 ai Giardini Nassirya parlerà del proprio indimenticabile padre Enzo, poi alle 21,30 all’Orto Maccagli (sempre sul lungomare) lo straordinario percussionista e cantante Alfio Antico, e un altro progetto di fusione tra culture: Raiz, ex Alma Megretta, coi pugliesi Radicanto.