Piano colore, Fieui di caruggi: "Albenga non è Portovenere!"; Ricci: Fiondata light, ma giustissima

(fp) – «Sollecitati da numerosi nostri concittadini e ufficialmente invitati dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri esprimiamo il parere del nostro gruppo sul cosiddetto “Piano colore” relativo al centro storico ingauno». Così i Fieui di caruggi intervengono sulle discutibili “ritinteggiature” in corso delle facciate, le quali hanno sollevato in questi giorni molti dubbi e polemiche tra gli albenganesi per le scelte approssimative e inappropriate – come è stato da molti rilevato – poco rispettose della reale tradizione storico-urbanistica degli edifici del centro monumentale ingauno, incongruenze che hanno attirato anche le “censure” del presidente dell’Istituto internazionale di studi liguri Cosimo Costa.

«Volendo usare la fionda in estrema sintesi il nostro giudizio potrebbe essere questo: Albenga non è Portovenere! Ma preferiamo, per l’amore che abbiamo per Albenga e per i legami che ci fanno sentire il centro storico parte importante della nostra vita, evitare spunti troppo polemici ed essere anche propositivi», proseguono da parte loro i fieui: «Senza entrare nel merito della relazione storico-urbanistica che accompagna la stesura del suddetto Piano e che contiene, in ogni caso, evidenti e macroscopici anacronismi ed errori, ci preme sottolineare che il centro storico di Albenga non può essere trasformato in un borgo marinaro, perché non lo è mai stato. Vedere dentro le mura tanti begli edifici perfettamente intonacati e soprattutto dipinti a tinte vivaci può appagare l’occhio del visitatore frettoloso e distratto, ma non favorisce certo lo sviluppo del turismo culturale cui Albenga giustamente aspira».

«Un “Piano del colore” per il centro storico ingauno dovrebbe rifarsi a modelli esistenti, quali Spello, Ferrara, Todi, Siena … non ai borghi marinari (bellissimi) della riviera di levante o a nuovi moderni agglomerati turistici della vicina Francia. Dovrebbe privilegiare le superfici irregolari, il recupero delle tinte e dei particolari preesistenti, le tecniche di velatura, tamponatura, spugnatura. Anche per evitare un contrasto brutale con le torri, le chiese, il battistero».

«Recentemente l’orafo albenganese Rodolfo Buffa ha realizzato, su idea dell’architetto norvegese Ole Wiig, un meraviglioso gioiello riproducente la piantina del nostro centro storico. Ecco vorremmo che si partisse da questo concetto: la città vecchia è un gioiello e come tale va maneggiato: con cura, con gli attrezzi giusti, con i materiali adatti e da mani esperte. Non si può giocare con un gioiello così prezioso, perché rischieremmo di non lasciarlo più in eredità a nessuno.

Questo non significa che il centro storico albenganese non abbia bisogno di interventi. Anzi questi sono necessari ed urgenti: un “Piano colore” rivisto e adatto alla storia della città, un arredo urbano adeguato, l’eliminazione delle antenne televisive e telefoniche poste addirittura sulle torri medioevali, la sistemazione degli orribili cavi ed impianti volanti, la pulizia e l’ordinaria manutenzione, la regolamentazione sul tipo di insegne e dehors».

«E soprattutto – concludono i Fieui di caruggi – occorre l’impegno di tutti, amministratori, residenti, commercianti, ospiti nel salvaguardare e difendere una struttura urbanistica e architettonica giunta a noi da epoche lontane perché è un bene comune, un patrimonio dell’umanità».

Una «Fiondata light, ma giustissima», quella dei Fieui rivolta al “piano colore”, anche secondo l’ideatore della popolare trasmissione tv Striscia la Notizia, l’albenganese Antonio Ricci che con la città (e con i Fieui) conserva da sempre un rapporto di affetto viscerale: «Apprezzo l’entusiasmo con cui si cerca comunque di migliorare e di rendere più attraente il centro storico, ma bisogna riscoprire e recuperare con orgoglio le nostre vere radici e non cercare innaturali forme di ibridazione. Non sarebbe giusto sentire esclamare come davanti a certi “nuovi” e vistosi fiori: “Che bello, sembra finto!”.