di Alfredo Sgarlato – Come ogni anno dal dopoguerra a oggi l’evento culturale culminante della primavera è il Festival del Cinema di Cannes. Negli ultimi anni la selezione ufficiale faceva pensare che anche questo festival avesse creato una compagnia di giro con interpreti fissi. Quest’anno troviamo un po’ di cambiamento. Ci sono infatti in concorso alcuni registi francese il cui nome è sconosciuto in Italia, come Arnaud Des Pallieres, che insieme ad Alex Van Warmerdam farà la gioia dei titolisti delusi. Oppure cineasti come Arnaud Desplechin, autore di un raffinatissimo cinema psicologico, che da noi è noto solo ai frequentatori delle visione notturne sui canali digitali. Completano la squadra di casa Abdellatif Khechiche, autore ancora da capire se sopravvalutato, mediocre o talentuoso ma non sempre in forma, e Francois Ozon, autore eclettico quant’altri mai, che io adoro.

Con il cinema americano si va sul sicuro: gli immancabili Fratelli Coen, con “Inside Llewellin Davis” film ambientato nella New York degli anni ’60, nell’ambiente della musica di protesta, il cultissimo grandissimo Jim Jarmush, con “Only lovers survive”, un film di vampiri (…?! Chissà un eccentrico simile come tratterà la materia), l’interessante James Gray, con “The immigrant”, interpretato dalla bellissima Marion Cotillard, e un altro re dei sopravvalutati, Steven Soderbergh. L’Italia è rappresentata da Paolo Sorrentino, con “La grande bellezza”, un incrocio tra la “Dolce vita” e il cafonal di Dagospia. Dal trailer viene il timore che Sorrentino fellineggi troppo, vedremo…

Poi c’è il terzo film da regista di Valeria Bruni Tedeschi, la sorella col cervello. Tra gli altri segnaliamo Roman Polanski con un film ispirato da “Venere in pelliccia”, lo stracult Refn di nuovo in coppia con Ryan Gosling col noir “Only God forgives” (sbaglia, come ben sanno i cinefili anche Ciccio perdona, Franco invece no…), Asghar Farhadi, il regista che convince anche chi come me non ama il cinema iraniano, un cinese che fa man bassa di premi, Jia Zhangke e due giapponesi, Takashi Miike che io non amo, troppo violento e noioso, e Hirozake Kore-Eda, molto più interessante.

Nella sezione Un Certain regard il film più atteso da noi italiani è il debutto alla regia della brava attrice Valeria Golino, con un tema molto scabroso…. C’è anche un nuovo film di Sofia Coppola, speriamo non brutto come il precedente. Nella Quinzaine, l’unica sezione aperta al pubblico, segnaliamo il grande ritorno dello sciamano Alejandro Jodorowsky con “La danza de la realidad” un’autobiografia immaginaria. Quindi i film restaurati, con capolavori di Cocteau, Resnais, Clement, Ashby, Demy, Rosi, Zurlini, Bertolucci, Mankiewicz, e l’apertura con “Il Grande Gatsby” rivisto dal visionario Baz Luhrman con Leo Di Caprio. Insomma, c’è davvero da divertirsi!

* il trend dei desideri: rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato