Fratelli della costa – Tempi moderni: lo stress

Alessandro: Anzitutto, cos’è lo stress?

Alfredo: Definire lo stress è molto complicato, infatti un illustre psicologo lo ha definito “parola valigia” cioè un termine in cui si dice tutto e il contrario di tutto. Questo è il problema della psicologia: spesso è difficile definire correttamente un’emozione o un sentimento; in ogni caso possiamo definire stress lo stato di attivazione psicofisica che si ha in risposta a una necessità esterna; averne una minima quantità è vitale (come per la paura, senza la quale non potremmo comprendere un pericolo) ma se persiste diventa patogena.

Ale: Quindi esiste uno stress “buono” ed uno stress “cattivo”?

Alf: Sì, perché di fronte a una necessità esterna – che può essere un pericolo o il bisogno di una prestazione migliore – c’è l’aumento di alcune funzioni sia psichiche, ad esempio l’attenzione, sia dei fenomeni biochimici correlati, ad esempio l’aumento di produzione di succhi gastrici; corpo e psiche sono dipendenti e si influenzano l’un l’altro.

Ale: Esistono vari tipi di stress?

Alf: Più che diversi tipi di stress esistono vari tipi di situazioni stressanti e vari tipi di comportamento in risposta.

Ale: Alcuni psicologi americani hanno pubblicato una graduatoria di fattori di stress (con tanto di punteggio correlato a ogni elemento), esiste o la “classifica” di questi fattori è soggettiva?

Alf: Esiste: fare punteggi è un po’ arbitrario però esiste una graduatoria: al primo posto c’è la morte di un familiare, quindi altri lutti, malattie invalidanti, il licenziamento e il trasloco, altro elemento che viene ai primi posti.

Ale: Perché proprio il trasloco?

Alf: Perché comporta tantissimi cambiamenti, necessità, preoccupazioni, situazioni transitorie, e tutto in contemporanea, oltre alla fatica fisica, a meno che uno non sia ricco al punto di pagare una squadra che lavori al posto suo.

Ale: Quali sono i sintomi dello stress?

Alf: L’irritabilità e i disturbi del sonno sono tipicamente correlati allo stress, poi i disturbi alimentari: c’è chi reagisce con la perdita dell’appetito chi mangiando di più.

Ale: Lo stress è causa o conseguenza di queste spirali?

Alf: I comportamenti umani sono circolari e non lineari – è una nozione base che chi non è del mestiere non sa – per cui lo stress genera comportamenti che aumentano lo stress, sono atteggiamenti che si causano a vicenda e generano escalation.

Ale: Lo slogan di un noto amaro diceva “contro il logorio della vita moderna”; lo stress è stato molto legato al concetto di modernità, verrebbe quasi da chiedersi se lo stress sia sempre esistito…

Alf: C’è stato un aumento, ma quando sento dire che “certe cose una volta non esistevano” penso si tratti di affermazioni ideologiche. Penso che lo stress sia esistito anche nell’antichità; c’è persino chi dice che nel mondo antico non esisteva la depressione ma invece c’era e i latini la chiamavano “taedium vitae”; oggi lo stress è aumentato perché sono saliti i ritmi e c’è minore condivisione comunitaria degli eventi della vita, inoltre c’è la tendenza a ridurre tutto all’aspetto medico.

Ale: Stress e paura sono legati?

Alf: Possiamo dire di sì anche se lo stress è più legato all’ansia, perché la paura è una sensazione breve e che si genera di fronte a un motivo realistico; invece quando il motivo non è razionale o è dovuto alla struttura della personalità diventa fobia o ansia, allora è molto più forte e stressante.

Ale: Quindi lo stress va di pari passo con la percezione soggettiva?

Alf: Senz’altro: qualsiasi evento è come viene percepito e la percezione che si ha delle cose non è quasi mai oggettiva.

Ale: Ma questo non entra in contraddizione col concetto di graduatoria che hai espresso prima?

Alf: Può essere contraddittorio, ma c’è una graduatoria, che è sempre valore statistico: in genere un fatto è scientificamente dimostrato se c’è un 100% dei casi, ma nel comportamento umano questo è quasi impossibile, tuttavia consideriamo credibile una teoria verificata nel 70-80% dei casi.

Ale: Un ambiente in cui sembra esserci sempre maggiore stress è quello dello sport; ricordo le dimissioni di Arrigo Sacchi da tecnico del Parma nel 2000-’01 ma ho in mente diversi casi e una letteratura sul tema che va via via ampliandosi; lo sport non dovrebbe essere salute e piacere?

Alf: Lo sport è competizione e la competizione è di per sé stressante: ci sono personalità che la vivono bene perché hanno bisogno di adrenalina e nella competizione la sviluppano, mentre esistono personalità più introverse che vivono peggio la competizione. Poi è molto importante considerare che in alcuni sport, soprattutto il calcio, si è sempre sotto i riflettori e si è sottoposti al giudizio di persone il più delle volte incompetenti.

Ale: Lo stress è legato alle aspettative?

Alf: Certo perché non raggiungere le proprie aspettative è motivo di depressione, specie in una cosa in cui si è investito molto emotivamente; questa può essere una spiegazione della depressione post parto, perché si aspetta nove mesi il momento della nascita, arriva il bambino che poi piange, non è bello come si pensava, si ha paura di non saperlo allevare.

Ale: Lo stress si lega anche all’ansia da prestazione, dunque?

Alf: Lo stress aumenta l’ansia da prestazione ma, come ti ho già detto, i comportamenti non sono lineari.

Ale: Che rapporto intercorre tra stress e sesso?

Alf: Una relazione sessuale appagante è il miglior antidoto contro lo stress, però anche il sesso, se vissuto come prestazione, attività ginnica o fonte di successo può diventare un fattore stressante.

Ale: Esistono personalità più inclini allo stress?

Alf: Le personalità più introverse, che riportano tutto a se stesse, sono più esposte a stress e depressione; personalità più estrovertite, che attribuiscono fuori e non a sé le cause dei fallimenti, sono meno esposte di quelle introverse.

Ale: Ma atteggiamenti come questi non generano complottismo che, di per sé, è piuttosto pesante da gestire?

Alf: Secondo me è più rassicurante dare la colpa all’esterno ed è il motivo per cui le teorie cospirazioniste hanno successo: sono rassicuranti e autoassolutorie. Come il “ma tanto non cambia niente” di colui che butta il voto… alla fine è deresponsabilizzante.

Ale: Esiste un rapporto tra stress e responsabilità?

Alf: Certo, sia per un discorso di pressione che di responsabilità in sé, perché se dal tuo comportamento dipende la vita o la sorte di altre persone e non sei minimamente stressato sei un insensibile.

Ale: “Il potere logora chi non ce l’ha” diceva Andreotti… stress e potere sono legati?

Alf: Il potere logora sia chi ce l’ha sia chi non ce l’ha ma lo vorrebbe, allora si scatena l’invidia; chi non ce l’ha e non gli interessa non è logorato per niente.

Ale: Quindi chi si accontenta, gode?

Alf: Non proprio: può essere stressato da fattori esterni, ad esempio dal vicino che fa i lavori alle tre di notte.

Ale: Si pensa che le persone meno intelligenti siano meno stressate

Alf: Penso sia vero; con una battuta si potrebbe però dire che sono molto stressanti per gli altri.

Ale: Quali sono le strategie migliori per affrontare lo stress?

Alf: Non razionalizzare troppo gli eventi, non rimuginare, non focalizzarsi sui comportamenti negativi ma sui successi, cercare di valutare le cause di un evento in modo razionale, anche discutendone con una terza persona che ha una valutazione più corretta dei fatti.

Ale: Ci si abitua allo stress?

Alf: Dipende dai caratteri e dalle situazioni: se è in gioco la sopravvivenza, come in guerra, le persone aumentano la resistenza psichica, quindi periodi di stress eccessivo possono stimolare questo tipo di reazione. Ma la risposta è sempre individuale.

* fratelli della costa: la rubrica Corsara di Alessandro Sbarile e Alfredo Sgarlato