Albenga a teatro, Ostinati!: gran finale con Un Otello Altro

di Alfredo Sgarlato – Come l’anno scorso tocca alla compagnia dell’attore e regista Oscar De Summa, con Francesco Rotelli, Armando Iovino e Abdù Jossefh, a chiudere ad Albenga la rassegna “Ostinati” di Kronoteatro. Questa volta è “Otello” il classico del Bardo di Stratford on Avon ad essere dissacrato ma non troppo. La vicenda è sintetizzata in un’ora, rimanendo sostanzialmente fedele, con gli straniamenti tipici della compagnia, come i momenti in cui gli attori escono dai personaggi e diventano un gruppo di amici che si prendono in giro. Non mancano le contaminazioni con altri testi, tra cui il sublime Otello di Pasolini “Che cosa sono le nuvole”.

La scena è spoglia, solo tende e pali, gli attori chiedono al pubblico di usare l’immaginazione. La prima parte è ritmata da un incalzante sottofondo di percussioni elettroniche, finché Il Moro non entra in scena. La parte iniziale è dominata da Jago: si è sempre connotato l’“Otello” come la tragedia della gelosia, ma altrettanto fondamentale nell’opera è l’invidia, questa sentimento così antico e moderno insieme, che Jago, l’eterno secondo, incarna perfettamente. Gli attori, tranne De Summa che interpreta solo il generale africano, interpretano più parti, anche quelle femminili; così del resto avveniva ai tempi di Shakespeare, certamente non da attori barbuti, ma fa parte del gioco messo in scena dalla compagnia e il Bardo senz’altro apprezzerebbe.

Lo spettacolo fila che è un piacere e il pubblico, ancora una volta numeroso, applaude e ride a scena aperta. Shakespeare è il più grande autore di tutti i tempi ed è fatto per essere riletto, stravolto, contaminato: pensate quanto materiale ne ha tratto il cinema… I quattro attori sono bravissimi, se proprio devo dare una palma del migliore in campo indico Jago, senza togliere nulla agli altri tre. Uno spettacolo divertente, leggero nel senso che intendeva Calvino, cioè che non rinuncia all’intelligenza e premia quella dello spettatore.