Rottura in Fare per fermare il declino: la coordinatrice nazionale Silvia Enrico si è dimessa

di Fabrizio Pinna – Dopo il “caso” Giannino e il flop elettorale (nessun eletto con 380.756 voti, l’1,11 % alla Camera e, al Senato, 278.396 preferenze, lo 0,90 %), clima da resa dei conti in “Fare per fermare il declino”. Personalismi e faide interne tra i vertici, che già esistevano ma che la sconfitta ha amplificato, per idee diverse anche su come portare avanti il progetto politico del movimento, radicandolo sul territorio e costruendone le regole democratiche interne.

Un processo che avrebbe dovuto guidare la neo coordinatrice, l’albenganese Silvia Enrico, la quale puntava a uno spirito collaborativo che consentisse una positiva revisione dello Statuto e la convocazione in tempi rapidi – già in primavera – del Congresso costituente, con il coinvolgimento dei tesserati. Le linee, insomma, già annunciate una settimana fa quando assunse l’incarico.

Mercoledì a Milano si era riunita la direzione nazionale, ma già dal video-comunicato nel quale Silvia Enrico tirava le prime somme, sembravano trasparire ben poco ottimismo. Tanto più che uno dei fondatori di “Fare”, l’economista e docente Michele Boldrin, tra avvelenate polemiche aveva minacciato di lasciare l’associazione politica, scagliandosi proprio contro la stessa Enrico e altri componenti della direzione nazionale, in particolare Lorenzo Gerosa (Tesoriere e Portavoce), Massimo Giaconia e Flavio Pasotti (Segretario Organizzativo). Dimissioni poi giovedì ritirate da Boldrin, ma che nel clima infuocato hanno però lasciato il posto a quelle della stessa neocoordinatrice Silvia Enrico: «Purtroppo – ha laconicamente comunicato ieri – preso atto delle difficoltà ad attuare in un clima di serenità le delibere sulla revisione dello statuto e la convocazione dei congressi, non posso fare altro che rassegnare le mie dimissioni e quelle di tutta la direzione nazionale»,

La direzione nazionale ha comunque deliberato «con 8 voti a favore, 7 contrari e 1 astenuto, conformemente alla delibera già assunta in data 20 febbraio 2013 all’unanimità di dare continuità al partito Fare per Fermare il declino, attraverso regole che consentissero una revisione partecipata anche da tutti i tesserati dello statuto entro il 31 marzo 2013, l’indizione di congressi regionali per l’elezione di coordinatori regionali entro il 30 aprile 2013 nonché per l’elezione del presidente e della nuova Direzione Nazionale entro il 30 giugno 2013».

Un iter che non si profila agevole, come spiegano oggi un gruppo dei soci fondatori in un comunicato firmato da Michele Boldrin, Paola Bruno, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Silvia Enrico, Andrea Moro e Carlo Stagnaro: «Dopo il deludente risultato elettorale si é venuta a creare una situazione di tensione a voi ben tutti nota all’interno di Fare per Fermare il Declino. Il patrimonio culturale ed umano accumulatosi in questi mesi difficili ed entusiasmanti, benché solcati anche da momenti non felici, non merita di finire disperso in liti e ripicche. Abbiamo perciò deciso, con amarezza, ma con la consapevolezza che in questa fase si tratta dell’unica soluzione possibile, di procedere ad una separazione consensuale tra Fare per Fermare il Declino e Ali – Fermare il declino, le due entità giuridiche del gruppo, che non necessariamente rimarranno con la medesima denominazione sociale».

«Esse continueranno nella loro attività politica e culturale aggregando ciascuna chi si sentirà di collaborare con l’una o l’altra (o entrambe, ovviamente) ed auspichiamo che in occasione di futuri appuntamenti elettorali possano collaborare insieme per l’attuazione dei 10 punti del programma che ci hanno fin qui unito. Entro 48 ore dovremmo formalizzare l’intesa definitiva e per il momento chiediamo a tutti di pazientare ancora», conclude la nota.

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