Liguria, rimborsi elettorali illeciti? Burlando: anche una commissione regionale per stabilire le responsabilità

di Fabrizio Pinna – Non saranno tempi brevi per la chiusura e la sentenza definitiva dell’indagine avviata dalla procura di Genova che contesta l’uso disinvolto dei soldi riservati dalla Regione Liguria ai gruppi consiliari per le spese istituzionali: dopo l’Idv, acquisiti anche i bilanci degli altri partiti e, in questi giorni, tutte le “pezze d’appoggio” – ricevute, scontrini, etc. – a giustificazione dei rimborsi chiesti e ottenuti dai consiglieri, ma che si presenterebbero in molti casi dubbi anche per i gruppi Pdl, Udc e Pd. In attesa della conclusione dell’iter giudiziario, il quale dirà l’ultima parola, secondo quanto dichiarato dal presidente Claudio Burlando la Regione avvierà comunque una commissione che in un paio di mesi dovrebbe fare “chiarezza”; i “Gruppi devono fare i nomi dei consiglieri che non si sono comportati correttamente”, ha ribadito oggi durante la riunione di Giunta, alla quale era naturalmente presente anche il vicepresidente Niccolò Scialfa.

Un modo per tentare di recuperare il danno “d’immagine” subito dalla Regione, anche se in un clima di antipolitica diffusa sembra una sfida persa in partenza: «penso che abbiamo preso una botta che per quanto lavoriamo non la cancelliamo più… e questa cosa qui mi fa incazzare in un modo esagerato, perché io mi faccio un mazzo tanto, e voi pure [NdR: i componenti della Giunta] e tanti consiglieri pure… ma questa cosa qui non si cancella più», ha ammesso senza tante reticenze il presidente Burlando che ha anche accennato alla necessità di una verifica interna ai componenti della Giunta, con evidente riferimento alla situazione di Scialfa.

«Non minimizziamo», ha aggiunto, e «non aspettiamo la sentenza, perché quella arriverà ma la politica ha anche bisogno di fatti; le regole in sé sono sensate perché più che dire ‘diminuisco il budget’, ‘mi devi presentare un documento’ e ‘c’è uno che lo valida’, io non so veramente che altro si possa fare»; «quello che non ha funzionato sono i comportamenti e una certa presunzione e lassismo nei controlli». «Per noi è una botta micidiale, però bisogna affrontarla a testa alta», ha ripetuto Burlando che ovviamente non nega la legittimità dell’indagine: «se queste cose che io non conosco sono vere [NdR: le spese “fatue” validate dai Gruppi], io non so come altro definirle: c’è un comportamento incredibile e c’è anche un lassismo nei controlli». E «per il numero di casi di cui si parla – ha continuato il Presidente –  è difficile pensare che ci sia stato uno ‘sbaglio’»: «alcune cose sono spiegabili», alcune «è evidente che non sono spiegabili» perché «il discrimine è chiarissimo» ed è quello di non fare un uso per benefici personali dei fondi istituzionali. Questi, appunto, i casi contestati nell’inchiesta in corso dai magistrati, indipendentemente dall’entità delle spese evidenziate come illecite che, come si sa, sono spesso fatture di poche decine di euro secondo quanto risulta al momento dagli atti e dalle dichiarazioni pubbliche.

Nella seduta di Giunta è intervenuto oggi anche il vicepresidente Niccolò Scialfa ribadendo la propria estraneità: «Io sto affrontando la cosa stoicamente e a testa alta; sono amareggiato, è uno dei periodi peggiori della mia vita ma non abbasso la guardia, assolutamente; verrò ascoltato dai giudici e risponderò». «Posso dare altre due indicazioni come ex capogruppo e ora vicepresidente della Giunta» ha aggiunto Scialfa: «se le stesse regole che ci sono in Giunta io le avessi trovate nel maggio 2010, quando sono diventato capogruppo in Consiglio regionale, probabilmente molti incidenti di percorso li avremmo evitati. Io non entro ne merito di quello che poi dovranno verificare i magistrati» ma «ribadisco, c’erano comportamenti confusi e io più volte ho chiesto all’inizio della legislatura a diverse persone anche istituzionali, quali fossero i criteri rigorosi e precisi della spesa, ma non mi è stato mai chiarito. E non lo dico a discolpa: lo sto dicendo come vicepresidente della Giunta regionale per chiarire, perché quando sono arrivato invece in Giunta ho trovato delle regole molto precise».

«Sarebbe anche ridicolo da parte mia dire che rimetto il mio mandato nella mani del presidente, perché è tautologico: è così, perché è un rapporto fiduciario. Io so che andrò dal giudice, quando mi chiamerà, a collaborare pienamente; io ho la coscienza a posto altrimenti non siederei a questo tavolo», ha detto Scialfa palesemente spiazzato dalla “richiesta” esplicita di una verifica interna di Burlando: «Se poi questa commissione della Regione [“prima ancora dell’esito giudiziario”] mi dirà che ho sbagliato, in buona fede, da stupido o in qualunque altro modo, ne trarrò le conseguenze».

LE POLEMICHE DEL GIORNO – In giornata sono ritornati sulla questione anche l’attuale capogruppo dell’Italia dei Valori Maruska Piredda e Marco Melgrati, capogruppo del Pdl.

«Già in tempi non sospetti avevo denunciato mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi destinati al gruppo regionale ed ero stata io per prima a chiedere che fosse fatta chiarezza», ha dichiarato Piredda ribadendo «piena fiducia negli inquirenti dai quali mi recherò nei prossimi giorni per dimostrare come ho effettivamente speso la mia quota dei fondi destinati al gruppo regionale»: «per quanto mi riguarda, posso assicurare che non ho mai speso soldi pubblici per finalità estranee alla mia attività di consigliere regionale. Anzi, posso tranquillamente affermare che le spese da me sostenute per la mia attività politica sono state superiori a quelle effettivamente rimborsatemi dal gruppo regionale. Per quanto concerne gli scontrini per spese personali di cui tanto si è parlato in questi giorni, voglio innanzitutto capire se effettivamente alcuni di essi siano riconducibili a me e se così fosse come ciò sia potuto accadere perché ripeto: tutto il denaro che il gruppo regionale mi ha consegnato è stato speso esclusivamente per attività connesse allo svolgimento del mio incarico di consigliere regionale, come prevede la legge».


Il capogruppo del Pdl Malgrati, provando a chiudere la questione, non ha mancato di polemizzare con la stampa e con il presidente della Regione Burlando: «È vergognoso – ha sostenuto – come si sfruttino delle ipotesi non verificate di spese per contribuire ad alimentare il senso di antipolitica crescente diffuso nella popolazione, incrementato dalla crisi economica, senza veramente verificare le notizie. Dove è finito il bel giornalismo di una volta d’indagine e d’inchiesta? Il Presidente Burlando prima di cavalcare questa bufala dei bottoni avrebbe potuto chiedere al sottoscritto; anche noi i bottoni ce li compriamo con i nostri soldi, caro Burlando, quella ricevuta si riferiva ad una bandiera italiana acquistata per iniziative del Gruppo». «Adesso basta fango – continua Melgrati – Dalla prossima notizia falsa e tendenziosa procederemo con le denunce per diffamazione. Lasciamo che la Magistratura faccia il suo corso per poter lavorare serenamente ed accertare se ci sono spese veramente irregolari. Per nostra parte siamo assolutamente sereni di avere fatto tutto nel solco del mandato istituzionale».

«Non torneremo più sull’argomento ma dispiace che si crei questo clima di caccia alle streghe che non contribuisce alla serenità del buon lavoro che il Gruppo regionale del Pdl sta svolgendo con onestà, rettitudine e trasparenza evidenziando gli sprechi e le decisioni sbagliate dell’amministrazione regionale, soprattutto nella sanità. Stupisce – ha concluso Melgrati -che si dedichino pagine e pagine su quotidiani di interesse nazionale a questo argomento risibile mentre notizie come il buco del Monte dei Paschi o, per tornare su un livello locale, il fallimento dell’Acam, multi utility spezzina dove grandemente responsabile il management indicato dal partito democratico, passano in secondo piano».


Solidarietà e sostegno alle iniziative del Presidente della Regione Claudio Burlando sono invece arrivate dal Psi: «Noi socialisti siamo contrari ad ogni forma di giustizialismo o strumentalizzazione – ha dichiarato Maurizio Viaggi, segretario del Psi Ligure – ma chi ha responsabilità anche solo morali, prima che vengano accertate da altri, se ne assuma l’onere e ne tragga le dovute conseguenze». «Auspichiamo una rapida definizione dell’azione giudiziaria, in un clima di verità che non inquini il confronto politico elettorale ma restituisca alla politica e alla comunità ligure ruolo e dignità.  Le eventuali responsabilità individuali le accerteranno le indagini della magistratura, alla politica il compito di operare nell’interesse dei cittadini promuovendo un etica di valori. Nel 2010, come primo atto del Consiglio, avevamo chiesto ai gruppi di maggioranza di intervenire sui costi della politica tagliando drasticamente gli stipendi di consiglieri e assessori, i benefici e i finanziamenti ai gruppi. Quanto fatto, se pur apprezzabile, è ancora insufficiente e in un momento cosi grave di crisi sociale ed economica occorre fare di più».

«Aggiungiamo anche la necessità di nuove regole sul reclutamento del personale politico troppo spesso determinato da diktat nazionali, da equilibri che riverberano sui nominati nei listini, di giunta o da nomine sottomesse al falso mito dei tecnici o della società civile. I Socialisti, oggi, non sono rappresentati in Consiglio Regionale ma fanno parte della maggioranza politica ligure ed hanno sottoscritto a livello nazionale un patto di consultazione con il Pd e intendono essere protagonisti di una ormai inderogabile azione per restituire, come ha detto giustamente il Presidente Burlando, onore a chi ce l’ha, in primis ai cittadini e alla buona politica», ha concluso Viaggi.