Scuola: in 100 sul piede di guerra contro l’ingiustizia

di Adalberto Guzzinati – Sono più di cento in provincia di Savona, ed almeno una trentina nel comprensorio albenganese, i dipendenti della scuola (pubblica e privata) sul piede di guerra per vedere riconosciuti i loro diritti già acquisiti, ma cancellati ingiustamente dalla riforma pensionistica Fornero. Si tratta di maestri, insegnanti, personale Ata, presidi, bidelli, professori e tecnici della scuola di ogni ordine e grado che hanno messo in piedi, con il sostegno dei vari sindacati, una grande class action per affermare i loro diritti. La risposta ai ricorsi si saprà solo il 21 di marzo, ma gli insegnanti del Comitato Quota 96, anche in caso di ulteriori perdite di tempo e procrastinamento di sentenza, sono già decisi a dare battaglia.

“Si tratta– dicono i sindacati- operatori dell’istruzione che sono ingiustamente rimasti fuori per pochi mesi dalla finestra-pensione per via della decisione incomprensibile di dividere l’anno scolastico in due parti: cioè fino al 31 dicembre e fino al 31 agosto. Perché in sostanza l’assurdo della situazione è nato proprio da questa suddivisione davvero irrazionale e che ha scatenato l’ azione legale di centinaia di professori e personale Ata”. “Ci sentiamo traditi dallo Stato, che abbiamo servito per decenni con impegno e professionalità- è il coro unanime – Oggi ne ricaviamo un danno gravissimo soprattutto per coloro che sono nati nel 1952 che sono quelli maggiormente penalizzati dalla riforma pensionistica Fornero che in certi casi dovranno restare in servizio ancora almeno per altri sei anni. Si capisce che si tratta di una assurdo: pretendere che cittadini già stanchi e demotivati restino in servizio, quando vi sono tanti giovani motivati che non desiderano altro che dare il loro contributi all’ istruzione”.

I ricorsi che sono stati redatti con la collaborazione dei sindacati della Scuola hanno prodotto un megaricorso ai tribunali regionali, ai giudici del lavoro ed alla Corte dei Conti per tutelare i diritti del mondo della scuola. “Comunque vada- dicono al Comitato ligure Quota 96- intanto i docenti e gli operatori scolastici, stanno lavorando da diversi mesi ed hanno dovuto, loro malgrado, rivoluzionare la propria vita. Per questo stiamo valutando l’opportunità di una class action per richiedere direttamente al Ministro i danni morali, psicologici e materiali causati da questa assurda e penosa vicenda”.