Fabio Biale: La sostenibile essenza della leggera

di Alfredo Sgarlato – “La sostenibile essenza della leggera”. Questo disco è l’esordio da solista di Fabio Biale, che gli appassionati di musica conoscono senz’altro come polistrumentista, soprattutto violinista, con Zibba, I Liguriani e Amici di Django. Sono dieci canzoni scritte nell’arco di tutta la vita artistica, dalla prima pensata a sedici anni come regalo alla più recente composta pochi mesi fa.

Chi si basasse sulle precedenti esperienze di Fabio può restare sorpreso dalla sua opera solista: è un disco a tratti molto rock, con chitarre acide, come in “Emily”, ballata il cui testo è tratto da Emily Bronte, molto americana nelle situazioni evocate dalle chitarre, oppure l’unica cover presente, “Psycho killer” dei Talking Heads, col testo tradotto in italiano ma fedelmente all’originale. Non mancano però i brani swinganti, come l’iniziale “Al mio funerale”, che si fa apprezzare anche per l’ironia contenuta nel testo, merce rara in un mondo troppo pieno di autoproclamati vati e santoni.

A volte però la poesia prende potere, come in “Canzone d’amore per un nonno addormentato”, cioè malato di Alzheimer. Fabio Biale canta, bene, e suona chitarra, violino, tastiere, cucchiaini (usati come nacchere) e sega da boscaiolo (ebbene sì, la suonano i taglialegna del Wyoming ma anche importanti gruppi rock come Mercury Rev e Black Heart Procession).

Validi anche i collaboratori tra cui si segnalano Stefano Riggi, sax, e Stefano Ronchi, chitarra solista, degli Alma Libre. Un bel disco che consiglio a tutti gli amanti della buona musica.