di Sandra Berriolo – Posta di Albenga. Pomeriggio. Vado a fare una raccomandata. Prendo il numero P128. Servono il P 125: bene allora faccio in fretta. Segue il P 126 e se la cava in poco tempo. Il televisore luminoso, che tutti guardiamo come se trasmettesse la finale dei Campionati del Mondo, si illumina di P127. Non si presenta nessuno all’appello. Prendo il respiro, ora la mia performance potrebbe iniziare. Non ero pronta, così presto. Però meglio, così arrivo prima all’appuntamento che ho dopo. Mi avvicino passin passetto, in punta di piedi per non farmi notare, non tanto dalla gente intorno che nel frattempo tifa mentalmente per me, ma dalla sportellista. Perché se superassi il limite imposto dalla privacy potrei anche vedere che sta facendo altro.

Sì certo lavora, è roba di posta mica guarda Facebook, però io sono lì che spero (ho anche incrociato le dita dei piedi) che non chiuda lo sportello proprio quando tocca a me. Non sarebbe la prima volta. Di soppiatto mi si avvicina una ragazza carina brandendo ma con discrezione il tassello numero 127 del puzzle P e me lo porge. Io allora le lascio il posto. Lei non lo vuole, ma vuole scambiare la sua figurina 127 col mio 128 dicendo che così lei può finire in pace di compilare i suoi moduli, mentre servono me. Geniale.

Faccio i due passi che mi separano dal baratro e dico: “uh, è comparso miracolosamente il 127”. La prugna di fronte a me mastica un: “eh no ormai siamo al 128”. Io dico: “beh IO ho il 128” Con la gentile fanciulla cerco di mescolare le carte ma lei insiste che deve finire i suoi moduli quindi il posto è mio di diritto. La prugna non è molto d’accordo e a malincuore si rassegna a inoltrare il mio scritto. Io le ribadisco un: “guardi che io non sono di quelli che passano davanti senza diritto” e al momento del sospirato resto dei 5 euro (intanto dietro di me una ola accompagna l’apertura del mio portafoglio) io le sussurro: “dai, faccia un sorriso che tra un po’ il turno è finito”.

La secca risposta è: “il mio turno finisce alle 22 e quando voglio io sorrido”. Avendo io un importante e ben più simpatico appuntamento questa volta giro i tacchi e lasciando il posto alla quasi rassegnata signora P129 penso: “so che ai corsi di formazione insegnano che si deve sempre sorridere al cliente”.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo