Rete savonese fermiamo il carbone: servono azioni amministrative concrete e contributi

(fp) – La Rete savonese fermiamo il carbone accoglie favorevolmente la dura nota del Comune di Savona in merito al rilascio dell’AIA transitoria, concessione che permetterà alla centrale di Vado-Quiliano di continuare a tenere in funzione per almeno altri 8 anni i due gruppi a carbone già in funzione da oltre 40 anni e senza nessun miglioramento tecnologico, in difetto delle norme europee e italiane.

Non sfuggirà, commentano gli attivisti, «che il Comune di Savona abbia una posizione ufficiale netta contro l’ampliamento a carbone della centrale, differendo dunque sia dalle posizioni dei comuni di Vado e Quiliano, sia -in modo ancora più netto- da quelle della Regione Liguria. Ci aspettiamo a questo punto anche delle ulteriori azioni amministrative concrete e conseguenti, in quanto quelle citate nella nota del Comune di Savona, pur importanti e condivisibili, risultano superate dai recenti fatti avvenuti. Come RETE stiamo lavorando per predisporre e sostenere azioni legali, sia di tipo amministrativo che di natura penale e civile, a tutela delle cittadinanze interessate, comprese ovviamente quelle savonesi. Sarebbe importante che lo facesse anche il Comune di Savona».

«I costi per queste azioni sono stati ovviamente, ad oggi, a totale carico delle organizzazioni aderenti ed ammontano ad almeno 30 mila euro, cifre davvero pesanti per associazioni, comitati e movimenti politici che vivono di autofinanziamento. Per questo abbiamo chiesto al Comune di Savona un contributo economico a parziale copertura dei costi delle azioni giuridiche a carico delle Onlus aderenti, visto che le azioni sono tese alla salvaguardia della salute di tutti i cittadini savonesi e alla ricerca di una verità giuridica e giudiziaria ad oggi ancora lontana. Ci aspettiamo dall’intera amministrazione comunale di Savona un atto di coerenza politica amministrativa».

«Dobbiamo rilevare altresì con viva soddisfazione le dichiarazioni dell’Ordine dei medici nel quale si affermano verità scientifiche e mediche inoppugnabili e chiarissime alla cittadinanza e di cui riportiamo, qualora fosse sfuggito a qualcuno, un passo basilare in merito alla decisione sull’AIA: “Né valgono a compensare questa decisione le varie prescrizioni di cui si parla, fra cui un migliore controllo delle emissioni ed un Osservatorio Salute e Ambiente, che potranno al massimo fungere da notaio di danni ambientali e sanitari già ampiamente prevedibili essendo solo la prevenzione primaria la strada maestra e più rispettosa dell’individuo per perseguire la salute dei cittadini», conclude Rete savonese fermiamo il carbone.