Quattro belle serate per la settima edizione di Concertando tra i leoni

di Alfredo Sgarlato – Piazza dei Leoni è la più bella piazza di Albenga ed è la sede ideale per il festival di musica classica e antica che l’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani) organizza ogni anno a fine estate. La prima serata sono attratto dalla particolarità della formazione, arpa e due flauti, i romagnoli Davide Burani e Giovanni Mareggini e il catalano Anton Serra. La musica è molto bella, trascrizioni di arie d’opera, di Berlioz, Bellini Verdi e altri, e la simpatia dei musicisti e la presenza di un pubblico competente che non applaude fuori tempo e non disturba chi apprezza la musica con commenti idioti fanno sì che la serata sia un successone. Più sottotono la serata di venerdì, con l’Ensemble l’“Estro Barocco”: forse il caldo davvero opprimente ha penalizzato i musicisti, che comunque hanno eseguito musiche importanti, di Vivaldi, Benedetto Marcello e altri, e spiegato le differenze tra gli strumenti d’epoca che hanno usato e quelli contemporanei.

Sabato sera l’“Antica Camerata Nolese”, gruppo guidato dai fratelli Massola con Elena Buttiero alla spinetta e lo scrittore Ferdinando Molteni come narratore (ma si cimenta anche al mandoloncello), popone un viaggio tra ‘500 e ‘700 che tocca Italia, Irlanda, Scozia. Musiche anche notissime, come “Greensleeves” e gemme da riscoprire. Pubblico molto soddisfatto, abbiamo anche imparato che lo strumento che suona Pulcinella non è il mandolino ma il “colascione”, un antenato del basso. Gran finale con “Assolo in duo”, ovvero il direttore artistico della rassegna Giovanni Sardo al violino e Sergio Scappini alla fisarmonica, musicisti ormai ben noti agli appassionati ingauni. Il duo esegue Bizet e poi Piazzolla, Morricone, con gradita ospite Stefania Fratepietro alla voce, una concittadina che sta riscuotendo un meritato successo, musiche da film.

Per l’ascoltatore senza steccati come me è una soddisfazione sentire che finalmente siano ammessi tra i classici autori come quelli che ho appena citato, cosa che fino a non molti anni fa musicisti di estrazione classica non si sarebbero mai sognati di fare. Per fortuna oggi le barriere sono cadute, e come diceva Webern, “la musica è musica”. Il pubblico lo sa e gradisce la musica buona senza pregiudizi. Quattro belle serate per una rassegna che speriamo continui a crescere.