Albenga Jazz Festival: un grande Mike Melillo ha chiuso la prima edizione (con fotogallery)

di Alfredo Sgarlato – La seconda giornata del festival jazz di Albenga continua ancora con gli Ukulele Lovers, che dopo essere stati in tour per le spiagge tornano in Largo D’Oria a insegnare la magia della “pulce saltellante” (ukulele in hawaiano vuol dire proprio questo). Il divertimento è dato, oltre che dalla bravura dei musicisti, dallo scoprire come i classici della musica pop siano spesso molto semplici da suonare, come è il caso dell’immortale “Femmena nun chiagne”, traditional napoletano rubato poi da un musicista giamaicano… (avrete capito che l’ironia, benedetta in questi tempi pieni di gente che si prende troppo sul serio, regnava sovrana), o che melodie indimenticabili come “The first cut is the deepest” e “La canzone del sole” si basano sugli stessi tre semplici accordi, e forse è questo il segreto del successo.

Il concerto serale vede un gigante del pianoforte, Mike Melillo, in trio con Elio Tatti al contrabbasso e Giampaolo Ascolese alla batteria. Si chiamano Bopcentric trio e il bop è la loro stella polare. Il primo brano, ovviamente di Bud Powell, vede Melillo in solo, quindi entrano in scena i due ritmi. Per un pianista jazz Monk e Powell sono i pilastri su cui si fonda lo stile, Melillo supera entrambi con uno stile personale, ha un fraseggio potente e percussivo giocato quasi sempre sulle ottave centrali della tastiera (ecco da chi ha imparato Bollani!). Curiosamente si avvicina più allo stile di Monk quando esegue brani di Powell, come la celeberrima “Un poco loco”. Tatti è una valido contrabbassista e Ascolese quando accompagna lo fa nel più classico stile del jazz, quasi solo piatti e rullante, con qualche coloratura sui tamburi, quando si lancia nei break e negli assoli è fantasioso e ispirato.

Il pubblico è stregato dai musicisti, che non sono mai inutilmente virtuosi ma suonano con intensità e passione, gli applausi sono scroscianti, al punto che Ascolese invita tutta Albenga a Roma, per avere finalmente un’organizzazione e un pubblico all’altezza, con grande soddisfazione dei presenti, specie il raggiante Vice Sindaco Vannucci. Iniziare un festival con un concerto così bello è stato senz’altro una soddisfazione per noi appassionati e per gli ideatori Barbara Locci e Alessandro Collina.

A questo punto l’unica critica è che di musica così ne avremmo voluta ancora di più, ma siamo certi che la manifestazione crescerà, se la città ci crede come ha dimostrato di fare in questa prima edizione. Un ringraziamento a tutti gli organizzatori e al cast, tra cui segnaliamo l’ottimo lavoro del fonico Alessandro Mazzitelli e del grafico Marco Garofalo. Come ormai da tradizione ingauna, brindisi finale nella cantina di Dino Vio.

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