Come sarà Venezia?

di Alfredo Sgarlato – Com’è triste Venezia, cantava Aznavour, come sarà dopo la Mostra del Cinema, edizione numero sessantanove ma ottant’anni di età, lo sapremo dopo aver visto i film. Guardando i titoli in concorso potrei quasi fare taglia incolla con quanto scrissi su Cannes. Il più promettente è il contingente italiano: Bellocchio con “Bella addormentata”, ispirato alla vicenda Englaro e già vittima di censure preventive, film che com’è tipico di Bellocchio sarà onirico e metaforico e quindi ancora più forte politicamente di qualsiasi film diretto; Daniele Ciprì che, rotto il magnifico sodalizio con Maresco, esordisce da solo con “è stato il figlio” dove racconta “la miseria della ricchezza” e Francesca Comencini, la più brava delle due sorelle, con “Un giorno speciale”, storia di giovani precari. Quindi due giganti da oriente, i più venerati dal mondo cinefilo, Takeshi Kitano e Kim Ki Duk.

Il controverso Malick, passato dal girare quattro film in trent’anni a tre in due… Un regista molto amato dalla critica Olivier Assayas, che io considero il peggiore esempio di come fraintendere concetti come cinema d’autore o cinema d’arte. Poi Harmony Korine, una delle peggiori copie dell’ignobile Lars Von Trier. Un paio di quei cattivisti, Brillante Mendoza e Ulrich Seidl, che chissà perché vengono invitati ai festival per fare scandalo, come se fosse ancora possibile e i cui film nessuno vedrà mai. Xavier Giannoli, regista amato e premiato in Francia e praticamente sconosciuto in Italia.

Un grande vecchio che io non amo, Brian De Palma, che rovinerà un noir francese seguendo la moda americana, e poi molti esordienti. Facendo tifo spudorato per Bellocchio, speriamo che i film siano belli e soprattutto che vengano distribuiti.

* il trend dei desideri: rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato