Extinction Seed dagli USA all’Italia: intervista a Davide Aicardi, giovane sceneggiatore ingauno

di Alfredo Sgarlato – Davide Aicardi, sceneggiatore ingauno nato nel 1976, ha raggiunto un notevole successo di pubblico e critica con la miniserie a fumetti Extinction Seed, pubblicata inizialmente solo negli USA e adesso disponibile anche in Italia. Gli abbiamo rivolto alcune domande sul suo lavoro e le sue passioni.

D.: Extinction Seed, la serie a fumetti di cui sei autore con Livia Pastore (disegni) e Alessia Nocera (colori) esce finalmente in libreria. ce ne vuoi parlare?
R.:
Extinction Seed è una mini serie creata appositamente per il mercato USA a quattro mani con Giuliano Monni, capo e mente pensante del GG STUDIO, l’editore che ha portato il prodotto sia in America che in Italia. Il numero zero della serie è infatti uscito nell’ottobre del 2011 sul suolo americano (nel classico formato comic book spillato da 22 pagine) e il 10 maggio scorso il titolo è finalmente atterrato anche in Italia ed è attualmente disponibile in tutte le librerie e fumetterie in un elegante volume che contiene il numero zero, l’uno e parte del due americani.
Nella versione USA sono previste 8 uscite totali (inizialmente erano 6 più il numero zero, ma visti gli incoraggianti numeri delle vendite l’editore ha deciso di produrre due numeri in più) mentre in Italia i volumi complessivi saranno quattro cartonati alla francese.
Extinction narra la storia di tre “eroine per caso”, molto diverse tra di loro, i cui destini si incroceranno inevitabilmente per salvare il pianeta… dall’estinzione (sì, ci siamo andati leggeri).
Considerati i miei molteplici riferimenti e le mie mille passioni, penso di non potere ricollegare quest’opera ad un genere specifico. Di sicuro dentro vi sono un sacco di influenze supereroistiche, molta avventura, tanta fantascienza e un po’ di sarcasmo e ironia, elementi che hanno accompagnato il mio percorso fin dai primi passi mossi nel mondo della scrittura.

D.: In Francia la graphic novel è quotata al pari di qualsiasi altro genere letterario. in Italia a che punto siamo?
R.: Siamo molto molto molto indietro. Nonostante esistano alcuni nomi che portino avanti il concetto di
graphic novel con dignità, penso a Igort, o a Gipi, il mercato non risponde in maniera così solida da incoraggiare ampi investimenti in questo settore e il fumetto che più vende in Italia rimane quelli popolare, da edicola… Tex e Dylan Dog per intenderci.  Non che la cosa sia negativa, anzi. Credo che per alimentare il mercato più di nicchia delle graphic serva prima costruire uno zoccolo duro di appassionati che vanno pescati per forza in edicola.
Ma il problema è proprio questo: c’è un’emorragia di lettori un po’ ovunque. La colpa è della TV? Dei videogiochi? Di internet? Non lo so. Quello che so è che quando rimasi intrappolato tra le pagine di
Topolino, avevo sette anni, e non ne sono uscito più. Dal Topo sono passato a Dylan Dog, Nick Raider, poi al fumetto d’autore italiano, Magnus, Pazienza, Pratt… era la mia curiosità a spingermi… e il passaparola. Passaparola che mi garantiva che avrei trovato storie di qualità seguendo una testata piuttosto che un’altra, o un autore invece che un altro autore. In sostanza credo che manchi questo: il passaparola. E in questo senso televisione e internet potrebbero aiutare, eccome. Ma i grandi media non si occupano di fumetto. Non che lo vedano come un concorrente, sia chiaro, semplicemente lo ignorano. Immagino sia perché il fumetto è quella roba per ragazzini… in pochi immaginano che tramite il fumetto si possano raccontare storie come Maus o Persepolis.

D.
:
Cosa ne pensi dell’ultima generazione di fumettisti italiani (Gipi, Toffolo etc)?
R.: Onestamente non seguo molto quello che viene definito
fumetto d’autore. Toffolo poi, l’ho perso completamente negli ultimi anni. Mi piaceva molto una volta, ai tempi degli Allegri Ragazzi Morti (il fumetto, non il gruppo). Con Gipi è un amore / odio. Apprezzo moltissime alcuni titoli come Questa è la stanza, Appunti per una storia di guerra o LMVDM… altri, che mi rendo conto essere sicuramente più importanti per l’artista, mi risultano più personali e quindi ostici. Non riesco a entrarci. Apprezzo molto alcune cose di Ausonia e Akab. E poi Igort… ma in generale la mia inclinazione, senza nulla voler togliere a chi fa altre scelte o segue altri percorsi, è decisamente più indirizzata verso il puro e mero entertainment

D.: Ti è piaciuto “L’ultimo” terrestre, debutto nella regia di Gipi?
R.: Ho apprezzato l’intento e ho gradito i primi 20 minuti. Poi mi sono annoiato moltissimo a essere sincero. No, non mi è piaciuto.

D.: Qual’è il tuo primo amore in fatto di fumetto?
R.: Dopo
Topolino, il Dylan Dog di Tiziano Sclavi e Corto Maltese dell’ancor oggi ineguagliato Hugo Pratt.

D.: Musica, fumetto, cinema, qual’è l’amore più grande?
R.: Non riesco a discernere. Hanno fatto tutti, e fanno, parte della mia crescita culturale e tutti mi raccontano storie diverse in modi diversi. Non saprei scegliere né rinunciare. Forse alla musica, non essendo mai diventata un lavoro, mi approccio più serenamente, come a un
bell’
hobby che mi permette di staccare la spina ogni tanto. Ma non la amo di più delle altre forme espressive.

D.: Cosa pensi del boom del fantasy? Cosa consigli e cosa cestineresti?
R.: Cavolo! C’è un
boom del fantasy in atto? Non me ne ero accorto… non sono un grande fan, anzi, a malapena riesco a riconoscere il genere. Ultimamente mi sono molto appassionato alla serie tv Il trono di spade (in Italia sono pubblicati anche i libri da cui la serie è tratta). La consiglio. In ambito letterario, a parte il solito Signore degli anelli, ho apprezzato molto il fantasy urbano Nessundove, di Neil Gaiman oppure le sfrontatissime avventure di Fafhrd and the Gray Mauser di Fritz Leiber (che esistono anche in uno splendido adattamento a fumetti disegnato dal mitico Mike Mignola, il papà di Hellboy, per capirci).

D.: Oltre ad Extinction Seed a cosa stai lavorando?
R.: Sto appunto finendo di scrivere gli ultimi numeri per la serie americana di
Extinction Seed, sto concludendo la lavorazione della seconda serie di Spike Team (serie d’animazione pallavolistica creata dal 3 volte campione del mondo Andrea Lucchetta) per la Rai, mi sono dato tempo l’estate per finire La ballata dei claudicanti, il mio primo romanzo horror zombifico, ed entro ottobre devo consegnare lo script di un nuovo lungometraggio. Questo è quello che so adesso, perché in questo lavoro, da un momento all’altro spunta roba come i funghi a Calizzano.


Per chi volesse saperne di più, la biografia completa di Davide – Davide Aicardi esordisce come sceneggiatore nel 2004 con la graphic novel Studio 69 (Nicola Pesce Editore), di seguito firma la serie a fumetti destinata alle edicole Wrestlers (WLF Publishing) e nel 2005 partecipa al medio-metraggio collettivo Attese (Ipotesi Cinema, Ermanno Olmi). L’anno seguente esce Il castigo degli Elohim (Martin Mystère, Sergio Bonelli Editore), tratto da un suo soggetto, e allo stesso tempo cura tre volumi della serie di libri per bambini Joe Carrot (Piemme).

Nel 2008 firma lo script del cortometraggio Di messer Cavè, l’artista e del console benefattore suo e il numero 6 della rivista Mono (Tunuè) ospita il suo adattamento a fumetti de Il sentiero dei nidi di ragno.  Dal 2006 al 2010 scrive per numerose serie tv: Camera Cafè (Magnolia), le tre serie di Piloti (Magnolia), Don Luca C’è (Endemol), Medici miei (RTI), eBand (Brave Film) e il progetto internazionale Life Bites (Walt Disney). Sceneggia diverse serie di animazione a diffusione mondiale: Le straordinarie avventure di Jules Verne (Lux Vide), PopPixie (Rainbow), La Banda Volante (Toposodo), Spike Team (Graphilm) e La Banda dei Vegetali (Toptoon / Publispei).

È autore del candid show Cupido (Endemol) e del talk show Scusi lei è favorevole o contrario? (Digicast / RCS). Nel 2008, con Marco Renzi e OGM Animation Studios, crea la serie animata Insert Coin (finalista a Cartoon on the Bay 2009 nella categoria Pitch me!). Dal 2009 si occupa anche di pubblicità scrivendo TLP per MTV. Ultimamente ha firmato i testi dell’agenda Seven DiventOne 2012, collabora come sceneggiatore con la rivista horror Shinigami e ha creato per il mercato americano la miniserie a fumetti Extinction Seed (GG Studio).