Nero sensibile: ad Albissola personale di Silvia Calcagno

Si intitola “Nero sensibile” la mostra personale di Silvia Calcagno che verrà inaugurata sabato 4 agosto a Albissola Marina nelle due sedi espositive di Eleutheros Via Colombo 23 e Studio Lucio Fontana (vernissage alle ore 18,30). L’arte della ceramica, “che l’artista si porta nell’anima come un dna che le deriva dalla tradizione del territorio albisolese, si incontra con la fotografia e con il video creando opere intense e innovative”.

Reduce – con la sua opera “Portraits”, videoinstallazione a 360 moduli – dai recenti successi di critica e pubblico alla 54° Biennale di Venezia e alla BACC (Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea) 2012 allestita presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati, Silvia Calcagno si è concentrata per questa sua personale estiva su due progetti che sfruttano un peculiare linguaggio all’interno del quale convivono tradizione e innovazione.

Per la mostra, curata da Luca Beatrice, in una doppia sede saranno in particolare esposte due installazioni all’interno delle quali fotografia video e arte ceramica dialogano tra loro: “Ilaria” (*), allestita allo Studio Lucio Fontana, nel cuore storico di Pozzo Garitta, dove l’inventore dello Spazialismo lavorò nel periodo di permanenza ad Albissola, e “Giovedì” (**), nella sede di Eleutheros di via Colombo, sempre ad Albissola. In occasione della mostra sarà disponibile un catalogo con testi di Luca Beatrice, Silvia Campese, Claudia Casali e Michele Mari.

(*) “ILARIA”, 400 moduli su ceramica cotta a 1250° sui quali un photo-transfert imprime l’immagine attraverso un procedimento particolare, tratto distintivo della ricerca e del lavoro dell’artista, propone ossessivamente l’immagine di una fanciulla sdraiata con le braccia sul petto e le dita intrecciate. La sua storia rimane un mistero, ma da alcuni particolari lo spettatore è indotto ad avanzare alcune ipotesi: gli abiti bianchi in pizzo fanno pensare a una sposa addormentata, in un forte contrasto tra il candore della ragazza e l’incombere di un destino ineluttabile. La microproiezione dal titolo Attesa, si inserisce nell’installazione sostituendo l’unico modulo mancante tra le immagini reiterate.

(**) “GIOVEDÌ”, formata da 800 moduli, ispira una riflessione sulla solitudine e sul valore del dialogo. Una fanciulla siede di fronte a una seggiola vuota. Gesticola, muove il capo tentando un dialogo disperato con un’altra persona o con se stessa. Un audio, da ascoltare con le cuffie, propone un accavallarsi di frasi, risa, parole che non giungono a un senso compiuto. Una riflessione intima sull’esistenza che si inserisce in un percorso che ha portato Silvia Calcagno a lavorare sui temi della femminilità, del corpo e della caducità della vita. Proprio in questa ricerca si inserisce il senso del titolo scelto per la mostra, “Nero sensibile”: è il buio della notte, intensa nei suoi valori simbolici, a liberare le emozioni, le angosce, i pensieri, tradotti attraverso la ceramica, il video e la fotografia.