Omaggio a Ray Bradbury

di Alfredo Sgarlato – La scomparsa di uno scrittore sulla breccia ormai da molti decenni non dovrebbe colpirci. Eppure, se ci ha accompagnati sin dall’età delle prime letture non si può rimanere indifferenti. Ray Bradbury si impose nella cosiddetta “Età dell’oro” della fantascienza, gli anni ’40, quando l’editore Campbell iniziò a scartare gli scrittori che non presentavano stile gradevole e personaggi multidimensionali.

Con autori come Sturgeon, Leiber, Bester e appunto Bradbury la fantascienza da passatempo per bambinoni cominciò a diventare buona letteratura, per diventare il genere più interessante nel decennio successivo, grazie a Dick, Vonnegut, Ballard. Bradbury, nato in Illinois il 20 agosto 1920 ma quasi sempre residente a Venice in California, eccelleva nei racconti brevi. Anche due dei suoi capolavori, “Cronache marziane” e “L’uomo illustrato”, storia di un uomo i cui tatuaggi prendono vita, sono in realtà sillogi di racconti con una cornice.

Ma la fama imperitura Ray la deve a “Fahrenheit 451”(1953), romanzo di culto portato al cinema da Truffaut, antiutopia in cui leggere libri è proibito. Mica tanto fantascienza: i roghi di libri sono sempre stati segno distintivo di tutte le dittature e fanatismi religiosi. Bradbury fu anche valido sceneggiatore, per il bel “Moby Dick” di John Huston, per “Il Re dei Re” e per molte serie tv come “Alfred Hitchcock presenta” e “Ai confini della realtà”. Il suo stile, apprezzato da Borges, è per molti critici troppo a tinte pastello, eppure sapeva anche essere terribilmente crudele, come in “Gioco d’autunno” o nei racconti dell’ottima raccolta “Molto dopo mezzanotte”.

Scrisse anche noir e romanzi di formazione. Oriana Fallaci gli domandò: perché viaggiare nello spazio? Lui, che in realtà odiava viaggiare, anche in Internet, rispose: “per la stessa ragione che ci fa mettere al mondo i figli. Perché abbiamo paura della morte, del buio, e vogliamo vedere la nostra immagine ripetuta e immortale”. Cioè per la stessa ragione per cui si scrive.

* il trend dei desideri: rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato