Albenga, pastore romeno morto: non si tratterebbe di suicidio ma di una disgrazia

di Sergio Bagnoli – Solitamente quando muore un pastore od un agricoltore non siamo sicuramente soliti pensare alla classica “morte bianca”: non ci troviamo infatti all’interno di alcun stabilimento ove si trattano materie pericolose per l’organismo o macchinari da saper usare con perizia ne ci troviamo in un cantiere edile ove il pericolo è sempre in agguato.

La tragica fine, Domenica mattina, dell’immigrato romeno Gheorghe Mohorea però è sopravvenuta per annegamento proprio mentre l’uomo lavorava. Mohorea, quarant’anni, da tempo viveva a Villanova d’Albenga, piccolo comune nell’immediato entroterra del capoluogo ingauno ove lavorava per un allevatore molto noto, Aldo Lo Manto. Mohorea custodiva un gregge di pecore. Domenica mattina, come ogni giorno, preso il gregge di pecore che custodiva lo aveva portato a pascolare nella vicina Leca d’Albenga sul greto del Fiume Centa proprio ove esso nasce, è il fiume più corto d’Italia appena quattro chilometri, alla confluenza dei torrenti Arroscia e Neva.

All’improvviso è accaduto l’imponderabile: a causa di uno di quegli scarti frequenti tra i quadrupedi una pecora sfugge al controllo dei cani e dell’uomo precipitando in acqua. Mohorea le corre dietro e riesce a strapparla alla corrente che in questo punto è forte e forma gorghi. Anch’egli cerca, nuotando di riguadagnare la riva ma, forse a causa di un mulinello sito proprio alla confluenza tra Neva ed Arroscia, viene risucchiato ed annega. Qualcuno dall’argine nota la scena e chiama i soccorsi. L’intervento di Carabinieri e Vigili del Fuoco è purtroppo inutile: si può solamente recuperare la salma dello sfortunato romeno.

Qualcuno, forse eccitato dalle recenti cronache, parla di suicidio ma, pur dovendosi ancora conoscere gli esiti dell’autopsia ordinata sul corpo dell’immigrato dalla Procura di Savona, i Carabinieri oggi smentiscono tale ipotesi. È stato un tragico annegamento, forse dovuto ad una congestione o forse solamente alla poca confidenza di Mohorea con quel tratto d’acqua dolce. Il quarantenne immigrato neocomunitario lascia in Patria moglie e due figli che sostentava mandando loro gran parte del guadagno faticosamente sudato in Italia.

Ora quella famiglia romena, oltre a non avere più una sicura fonte di sostentamento, dovrà affrontare, se possibile, le alte spese per il rimpatrio della salma. Un problema in più per i familiari di un uomo che ad Albenga aveva saputo farsi voler bene.