LA GRIFFE DELLA BEFANA

di Sandra Berriolo – Ma la Befana secondo voi veste vintage preso a New York o usa le mise di qualche giovane talento giapponese, erede di Kenzo? E inoltre: non è che magari ha ragione lei a vestirsi in modo casuale e libero dai brand? Vedo che ancora una volta l’italiano si contraddice. Tutti parlano di risparmio e di sobrietà e poi cercano il marocchino che vende i marchi taroccati. Tutti rimproverano ai bambini di essere pretenziosi nella richiesta di capi firmati e poi sono loro stessi a sfidare la legge per procurarseli. Se esistono extracomunitari che fanno questo mercato, evidentemente la richiesta c’è.

Perché ci rammarichiamo della chiusura di laboratori storici italiani se poi andiamo a cercare il marchio di lusso, che è però lavorato all’estero, oppure compriamo dai cinesi? A me non pare che questa famosa recessione stia avendo effetto: i desideri restano e si cerca di esaudirli spostando il luogo di acquisto. Siamo sicuri di non aver roba abbastanza nell’armadio? Qui non se ne esce: per far girare l’economia (intendo i laboratori e i negozi italiani e di conseguenza i lavoratori) bisogna comprare ma bisogna anche spendere poco. Non riesco a trovare una soluzione. Mi sa che anche quest’anno la Befana mi porta il carbone!

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo