Polemiche sul via libera dalla Regione per la caccia in deroga allo storno

[fp] – Su iniziativa dei consiglieri regionali Valter Ferrando ed Alessio Cavarra (PD), Francesco Bruzzone, Edoardo Rixi e Maurizio Torterolo (Lega Nord), Matteo Rosso, Gino Garibaldi, Marco Scajola, Franco Rocca, Roberto Bagnasco, Luigi Morgillo e Marco Melgrati (PDL), tre giorni fa con 26 voti favorevoli è stata approvata in Consiglio Regionale la proposta di deliberazione “Prelievo in deroga della specie storno”.

I consiglieri favorevoli al provvedimento hanno affermato che si può derogare dal divieto generale per una limitata quantità di storni perché gli studi di Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dell’Università degli Studi di Genova testimoniano l’abbondanza di questa specie in Liguria. Se ci si avvicinerà al carniere massimo, fissato a livello regionale, la Regione interromperà il prelievo venatorio dello storno anzitempo, prima del termine fissato per la fine della stagione venatoria e comunque questa attività sarà tenuta sotto controllo dalla Regione e dalle Province, che effettueranno attenti monitoraggi ogni quindici giorni.

L’Assessore provinciale alla caccia Livio Bracco ha così commentato: «I nostri uffici si sono immediatamente attivati predisponendo la modulistica necessaria che è stata stabilita dalla Regione. I cacciatori sono una realtà importante per il nostro territorio e le nostre tradizioni e agiscono rispettando le regole e tutelando l’ambiente. I danni dello storno non sono quantificabili ma sono ingenti e verificabili tutti giorni per le nostre coltivazioni ed i nostri ulivi. Il provvedimento approvato in Consiglio è equilibrato e rispettoso delle esigenze e sensibilità di tutti: le deroghe sono consentite anche dalla Comunità Europea. La Provincia di Savona con questa norma non fa altro che recepire le direttive regionali e le attuerà nel modo migliore possibile».

Critiche sul provvedimento regionale non sono mancate da parte dell’Enpa Savona: «Allineati uno dietro l’altro, becco contro coda, morti, farebbero una fila lunga 30 chilometri. È questa la “piccola quantità” di storni, 120.000 bellissimi ed utili uccelli parzialmente migratori, che sarà consentito abbattere ai cacciatori dall’ennesima leggina pro-caccia approvata con 26 voti di maggioranza ed opposizione e 5 contrari, da un consiglio regionale ligure sempre più distante dalla gente, attanagliata da tasse, disoccupazione, sottrazione di servizi sociali e ristrettezze economiche».

«Una legge – prosegue l’associazione animalista – che, lo sanno bene i consiglieri votanti, dovrà essere ritirata al più presto, se non si vorrà che la Liguria venga nuovamente condannata dalla Corte di Giustizia Europea per caccia in deroga illecita, come accaduto nel 2007, quando dovette rimangiarsi un provvedimento analogo che, nel frattempo, aveva però consentito l’uccisione di 403.000 storni e fringuelli. Ma quello che si è voluto fare ieri è proprio questo: giocare sui tempi impiegati dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Giustizia UE per avviare il procedimento di annullamento; nel frattempo gli amati cacciatori, diverse centinaia in tutta la Liguria, faranno autentiche stragi di poveri storni; un atto indegno in un paese democratico, che sarà condannato a pagare le spese del procedimento stesso».

«Contro la proposta si era chiaramente espresso l’ISPRA, l’istituto scientifico al quale la regione ha l’obbligo di chiedere un parere preventivo, mentre uno studio pagato 48.000 euro all’Università di Genova non ha potuto sostenere la necessità di aprire la caccia in deroga; Università che, in un altro studio del 2003 aveva dimostrato che gli storni non producono danni significativi agli oliveti ma giocano un ruolo importante sulla salute delle piante», conclude l’Enpa.