di Guglielmo Olivero – Sono passati tre anni ed una settimana da quando la vela mondiale si è macchiata di uno dei suoi errori più grandi scippando la medaglia di bronzo, ai Giochi di Pechino, ai fratelli alassini Pietro e Gianfranco Sibello. Ricordiamo ancora il sorriso dei due alassini al termine dell’ultima regata, la didascalia in mondovisione che indicava l’assegnazione del bronzo e poi quei visi contratti, arrabbiati una volta saputo che la medaglia era indossata da un equipaggio che, pensate, dopo la partenza, avendo avuto problemi tecnici, era salito su un’altra imbarcazione.

È come se, dicevamo in quei giorni, uno sconosciuto pilota di Formula 1, sbalzasse dall’abitacolo Alonso e poi vincere con la Ferrari. Eppure la giuria composta da inetti e burocati (come spesso accade ai Giochi) non si accorse di quell’errore macroscopico. Osserva Rinaldo Agostini, presidente del Circolo Nautico Al  Mare di Alassio: “Qualsiasi altro atleta avrebbe avuto una reazione tremenda, con la voglia di abbandonare tutto. Loro no, hanno ripreso, si sono rimbracciate le maniche e pronti a ripatire”.

Non lo diranno mai ma giorno dopo giorno, a bordo del 49er, hanno pensato alla rivincita che adesso è a meno di un anno dall’essere presa, Londra 2012.  E proprio in questi giorni, sul bacino che ospiterà i Giochi, i fratelloni alassini stanno studiando le correnti, provano le tattiche e mettono (giustamente) in secondo piano la classifica generale, che pur li vede al quinto posto. Conta tornare qui, su queste acque tristi, con un sole che appare timido tra le nuvole, con la voglia di vincere, di salire sul podio. Perchè Pietro e Gianfranco meritano di essere risarciti. Una volta per tutte.