Premio Città di Loano: un gran finale con una grande “Passione”

di Alfredo Sgarlato – La prima nazionale dello spettacolo tratto dal film “Passione” di John Turturro ha concluso il festival dedicato alla musica tradizionale. Il film “Passione”, che aveva aperto la rassegna lunedì sera è un ritratto appassionante di Napoli attraverso la sua musica, il grande attora e regista Turturro ha saputo cogliere lo spirito della città fuggendo le immagini da cartolina come gli stereotipi negativi, sebbene i mali di Napoli non siano taciuti. Le canzoni napoletane, sia classiche che nuove (come la splendida Nun te scurdà degli Alma Megretta) sono messe in scena con spirito da musical, genere in cui Turturro si era già cimentato con “Romance and cigarettes”, mescolandole con interviste a gente comune e personaggi buffi. John Turturro ha ricevuto il premio come operatore culturale e i presenti hanno potuto riscontrare quanto questo attore e regista sia amato dal pubblico, e giustamente, dato il suo enorme talento.

Lo spettacolo cambia leggermente il programma rispetto al film, con canzoni aggiunte o riarrangiate. Gran parte del cast è confermato: prima le signore, la grintosa Pietra Montecorvino, una vera sciantosa come lo fu Gabriella Ferri, l’italiana adottiva M’barka Ben Taleb (Sabrina per gli amici), una bella copia della giovane Tina Turner, Misia, cantante portoghese di Fado stregata da Napoli e Monica Pinto degli Spakkaneapolis 55, anche lei molto brava e bella. Gli uomini: Sua Maestà Peppe Barra, James Senese, sax e voce piena di soul, e l’istrionico Gennaro Cosmo Parlato. Li accompagna una band composta dagli Alma Megretta, da alcuni nomi storici della musica Napoletana tra cui il pianista Ernesto Vitolo e il bassista Gigi De Rienzo e Antonio Fraioli degli Spakka-neapolis 55 al violino.

Spesso i cantanti duettano tra loro: divertentissimo il duetto tra M’barka e Parlato, che cantano O’ Sole Mio lei in arabo e lui in giapponese. I momenti più divertenti sono quelli in cui il ritmo se fa di tammuriata, come in Dove sta Zazzà, cantata da Pietra e M’barka o nell’immancabile Tammuriata nera, magnificamente interpretata da Peppe Barra, che dà un sapore teatrale anche a Pigliate na’ pastiglia di Carosone (omaggiato anche con Caravan Petrol, cantata da Senese e Parlato) e a Don Raffaè. Tutto il concerto è ballato, cantato e applaudito dalle oltre mille persone presenti ma il musicista che riceve la maggior dose di applausi al suo arrivo è James Senese, con la sua contaminazione di jazz, funky e melodia partenopea.

Un po’ meno calata nel contesto appare Misia, pur bravissima e carismatica, ma va detto che lei esegue i brani più intimisti, come Indifferentemente, portata al successo da Mina, più da teatro che da arena. Un vero fuoco d’artificio finale per un festival che è stato di livello altissimo ed ha avuto con questa serata e col concerto di Peppe Voltarelli due momenti che il pubblico presente non dimenticherà mai.