Un grande Peppe Voltarelli a Loano

di Alfredo Sgarlato – Ho assistito a molti concerti in vita mia ma pochissime volte ho sentito il pubblico applaudire entusiasta come è successo ieri sera a Loano. La serata è cominciata con la consegna del Premio Città di Loano alla carriera a Calicanto, gruppo veneto oggi composto da Claudia Ferronato voce e percussioni, dai fondatori Riccardo e Giancarlo Tombesi, rispettivamente mandola e organetto e contrabbasso e dai nuovi innesti Francesco Ganassin (proveniente dall’improvvisazione radicale) clarinetto e Alessandro Arcolin (proveniente dal metal) percussioni. Il gruppo nel pomeriggio ha presentato “Mosaico” disco con cui celebrano il trentennale di attività e “Barene”, disco di debutto del compositore e arpista Alessandro Tombesi, continuatore dell’arte di famiglia.

Dopo la lunga conversazione con John Vignola il gruppo ha eseguito alcuni brani, il pubblico ha chiesto il bis ma l’ora era tarda, per cui i bis sono stati suonati come aperitivo per il concerto di Peppe Voltarelli. Il secondo album di Peppe “Ultima notte a Mala Strana”, dopo la vittoria al Premio Tenco è arrivato secondo al Premio Città di Loano. Voltarelli conquista subito il pubblico con le sue ballate trascinanti, cantate in calabrese ma profumate di ritmi manouche (il jazz zigano) e di schitarrate texane. Con lui suonano Paolino Baglioni, batteria e Italo Andriani, contrabbasso. Tra un pezzo e l’altro Peppe spiega le canzoni con monologhi molto divertenti, stabilendo così un legame col folto pubblico che ha riempito la sala consiliare di Palazzo Doria.

Voltarelli privilegia il disco nuovo ma sceglie anche brani dal passato, come “Distratto ma però”, un tangaccio che dà il titolo al primo album, o “Onda calabra”, successo del suo primo gruppo Il parto delle nuvole pesanti. Unica cover “Gli anarchici” del grande Leo Ferrè, brano che scatena un’ ovazione. Nel finale Peppe abbandona la chitarra per la fisarmonica ed esegue due strumentali ispirati da vicende storiche della sua terra, come la guerra tra Crotone e Sibari. Quindi richieste di bis e standing ovation. Voltarelli, paragonato da molta stampa a Modugno, è quel che si dice un animale da palcoscenico, dal vivo dà il meglio di sé, è un artista molto comunicativo e coloro che mi avevano parlato della sua esibizione al Tenco come la migliore dell’ultima edizione l’hanno trovato persino più in forma e a proprio agio.

Gli sventurati che se lo siano perso avranno modo di gustarlo il 23 agosto a Spotorno nella rassegna Immaginaria.