Addio ad Agota Kristof

di Alfredo Sgarlato – Strano destino quello di Agota Kristof, scrittrice: quello di avere un nome fortemente assonante con quello di una famosissima scrittrice di gialli e quello di scrivere in una lingua non sua, come prima di lei Joseph Conrad. Nata in Ungheria a Csikvànd il 30 ottobre 1930, abbandonò il suo paese e il sogno di diventare insegnante di storia quando le truppe staliniste abbatterono la democrazia nel 1956. Si stabilì in Svizzera, dove trovò lavoro in una fabbrica di orologi. Per imparare meglio la lingua si mise a scrivere, brevi testi teatrali, per poi pubblicare nel 1986 la “Trilogia della città di K”.

Storia di due gemelli che vivono in un paese immaginario che passa da una dittatura ad un’altra (avrete capito che “immaginario” è un vezzo letterario dell’autrice), la Trilogia è il capolavoro della letteratura mitteleuropea di fine ‘900 (insieme a “Il quinto angolo” di Izrail Metter ovviamente), un romanzo non facile, spesso aspro e morboso, scritto splendidamente, certo non privo di difetti (ma non posso dire quali se non l’avete già letto). Se come me provate per il nazifascismo orrore caratteriale ancora prima che ideologico c’è una scena che vi entusiasmerà.

Agota scrisse solo un altro breve romanzo “Ieri” misto di favola e delirio sentimentale, da cui Silvio Soldini ha tratto il film “Brucio nel vento” (modificandone il finale, scelta non gradita dall’autrice) e alcuni racconti. Era una scrittrice non facile da leggere ma davvero grande. Purtroppo ha scritto molto poco, ma proprio perché è poco non si può non leggerla.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato