di Claudio Almanzi – È stata inaugurata sabato a Calice, alla Galleria Punto Due (al Civico Sette) la personale dell’artista torinese Marco Memeo. “Si tratta – dice il noto collezionista ed esperto d’arte Augusto Andreini- di una occasione d’oro per chi ancora non conoscesse questo valido artista torinese, per vederne, in un colpo solo parecchie interessanti opere sia che si tratti di olii su tela, sia di acquerelli”. “Il rumore dell’acqua” è il titolo della
personale, che fa riferimento anche al bel volume d’arte, edito dallo stesso artista, che è in vendita presso la Galleria calicese
al prezzo di soli 30 euro: “Ho voluto- dice lo stesso Memeo-
dare la possibilità al maggior numero di collezionisti ed amanti dell’arte di acquistare questo mio libro. Per questo ho stabilito un prezzo così basso, che serve solo a coprire il costo vivo del volume”. Tornando ai bei pezzi in mostra, ci sono state parole di elogio di critici e collezionisti: “Il livello dei pezzi- ha detto il critico d’arte Adalberto Guzzinati- è davvero elevato e consente di collocare Memeo fra la cerchia degli artisti più rappresentativi
del Minimalismo contemporaneo, figlio dei grandi maestri Leavitt e Carter. Nelle sue opere non c’è solo desolazione urbanistica ed angoscia metropolitana, c’è, ed anche forte, una tensione poetica che lo avvicinano con leggerezza all’ Italo Calvino di “Le città invisibili” e “ Marcovaldo”.
Nel bel catalogo della mostra il critico Ivan Fassio spiega: “Per l’opera di Marco Memeo si può parlare di un avvicinamento allo spazio del vissuto come amplificazione dei luoghi (o dei non luoghi) meno frequentati dalla comune ricerca di senso. L’opera di questo artista approda, in modo quasi scontato, ad un decorativismo rivitalizzato da una poetica di ricerca essenziale del fenomeno urbano, traguardo inevitabile per chi persegue da sempre processi di straniamento”.
La mostra resterà aperta, fino all’8 dicembre, tutti i giorni dalle ore 16 alle 20, il sabato dalle 16 alle 23.