Futurismo e 68: grande successo a Calice

di Claudio Almanzi – È stata un vero successo la collettiva: “Futurismo in arte- Movimento in arte 68” conclusasi proprio ieri a Calice Ligure alla Galleria Punto Due. È stata- dice Armando D’ Amaro, che ne ha anche curato il catalogo- una occasione ideale per riflettere su questi due importanti movimenti artistici del Novecento: il Futurismo e le varie correnti (la più celebre fu la Pop Art) novecentesche, cercandone anche gli eventuali punti in comune. Questa era, in estrema sintesi l’ idea all’origine della mostra che ha avuto grande risposta di pubblico e di critica”.

Molto soddisfatti, come detto, critici e collezionisti: “C’erano pezzi davvero interessanti- dice Adalberto Guzzinati, critico d’arte e giornalista- soprattutto quelli del periodo futurista: le aeropitture di Ferrata, le tempere di Depero, i bozzetti di Mauzan, le opere su carta di Fillia, Farfa ed Osvaldo Barbieri, ed i sublimi quadretto dell’architetto Alberto Sartoris”.

“Di valore ed interessanti- dice Augusto Andreini, noto collezionista ed esperto d’arte-erano anche le opere esposte nello spazio dedicato al Sessantotto: in particolare quelle di Sarri, Caminati, Scanavino, De Flippi, Mondino, Locci e Vescovo”.

Molte inoltre le analogie fra queste due fondamentali correnti del Novecento: “ Per incidere sul senso estetico di una società ormai anacronistica- dice Daniele Decia, uno degli organizzatori della mostra- i futuristi ricorsero a nuovi linguaggi artistici al passo con il dinamismo e la velocità caratteristici dei progressi industriali di quel periodo e, per farli giungere alla massa del pubblico, utilizzarono tecniche pubblicitarie già affermate nel commercio. Un po’ come ha poi fatto la Pop Art e le varie correnti nate successivamente al 68”. Fortunato Depero dichiarava: “L’Arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria…la strada sarà la nostra galleria”. Insomma, un’arte popolare che produsse cambiamenti culturali ed artistici come fece poi lo stesso Sessantotto.

La mostra oltre a proporre questo interessante accostamento è servita anche a stimolare ed a riflettere sull’opera dello scomparso e grande maestro Mario Schifano: “Schifano- conclude Mihaela Anitoaie, una delle curatrici dell’evento- ingigantendo, ritagliando, sgranando, svuotando e rimontando più volte le sagome di Russolo, Carrá, Marinetti, Boccioni e

Severini, tratte da un’istantanea del 1912, scattata a Parigi, rese, nel ricercare un effetto nuovo dell’immagine banalizzata dalla quotidianità, omaggio ai futuristi che, superando il dato pittorico, avevano aperto concettualmente la via”.

Una mostra davvero stimolante, che ha certo fatto molto discutere e darà modo alla critica ed agli appassionati, di ritornare ad approfondire queste interessanti analogie estetiche e sociali.