Il lungo addio: Arthur Penn

di Alfredo Sgarlato – Non era un volto noto quello di Arthur Penn, (Philadelphia 27/9/1922- Manhattan 28/9/2010) anche per via del suo carattere schivo e non conformista. Certamente sono stati molto amati i suoi film. Dopo l’apprendistato in Tv debutta al cinema nel 1958 con Furia Selvaggia, singolare western psicoanalitico sul mito di Billy the Kid.

Il film seguente, Anna dei miracoli, con una straordinaria Anne Bancroft, gli diede un successo enorme, ma Penn non lo amò perchè pensava di essersi troppo uniformato ai gusti del pubblico. Il successivo La caccia, con un cast eccezionale (Brando, Redford, Duvall, Jane Fonda, Angie Dickinson) è, rivisto oggi, un film fondamentale per come mostra il passaggio stilistico dai dettami della Hollywood classica (il senso del paesaggio di Ford e Hawks, la grandiosità di Wells) alle urgenze della New Hollywood che esploderà nel decennio successivo con Scorsese, Coppola e co, il discorso sul razzismo, le fratture generazionali, il cambiamento che la società stava attraversando. Sul finire degli anni ’60 Penn gira tre film indimenticabili: Gangster story (alias Bonnie and Clyde), Alice’s restaurant e Piccolo grande uomo.

Sono tre opere che sarebbe superfluo commentare, per come hanno formato almeno due generazioni di cinefili, creando il sogno di un America che forse esisteva solo nella nostra immaginazione, sicuramente non esiste più. Dopo un periodo di assenza Penn cala a fine ’70 un altro tris d’assi: Missouri, western con Brando e Nicholson, Bersaglio di notte, noir dolente e cinico con un grande Gene Hackman e Gli amici di Georgia, film sugli immigrati di seconda generazione e sulla fine del sogno americano, che molta critica considera il suo capolavoro ma i cinema e le tv italiani hanno trascurato (io non l’ho mai visto).

Benché Penn sia un ottimo regista sul piano tecnico (La caccia e Gangster story, per es. sono formalmente magnifici) non ha mai preso un Oscar in prima persona, mentre otto tra premi e nominations hanno celebrato gli attori da lui diretti. Con gli anni ’80 Penn non si riconosce più nel cinema in voga, lavora per la Tv, anche come attore. Spesso viene citato erroneamente come padre dell’attore Sean Penn, che invece è figlio di Leo Penn, sceneggiatore perseguitato durante la “caccia alle streghe”. Come molti autori del periodo d’oro era stato un po’ dimenticato. Per fortuna restano i suoi film, per chi ha voglia di cacciarli tra le programmazioni notturne.