Arte a Palazzo Oddo: in corso ad Albenga due nuove mostre

di Alfredo Sgarlato – Per un mese sarà possibile vistare ben due mostre a Palazzo Oddo. La prima è Terra Madre, organizzata dall’ associazione Amici dell’Arte di Garlenda. L’idea alla base della mostra è la terra come organismo vivente (l’Ipotesi Gaia dello scienziato James Lovelock), messa in crisi dall’eccessivo sfruttamento da parte dell’uomo, idea che, come fa notare la pittrice Carmen Spigno nell’introduzione, è anche alla base del successo del film Avatar, favola moderna, ma in Terra Madre si vuole fare una precisa denuncia dello sviluppo dissennato.

Le esposizioni degli Amici dell’Arte solo sempre di ottimo livello, ma stavolta mi sento di dire che hanno superato sé stessi. Oltre a sculture e pittura sono presenti installazioni ed opere di videoarte. Ogni visitatore deciderà quali sono le più corrispondenti al proprio gusto ed avrà l’imbarazzo della scelta. Ci sono gli artisti affermati a livello internazionale, come Carlè, il grande Terruso e Michel Guerin, a mio avviso uno dei più affascinanti, coi suoi corpi plastici che, come dice il collezionista Umberto Andreini, “muovono da morbidità alla Gauguin per occupare lo spazio come figure di Botero e Kostabi”.

Artisti locali come Maidè Aicardi, bello il suo lavoro su prospettive astratte, Elisa Traverso, Sandra Cavalleri, Giuseppe Trielli, molto suggestivo il suo Giardino Infinito acquatico ed esoterico, Angela Simone con una valida installazione concettuale. Vi sono sculture, il raku di Pietrina Cau, i lavori con le terre di Carmen Spigno, le fotografie di Christiane Jadoul, lo spazio è tiranno ed è impossibile citare tutti, lascio ai futuri visitatori la sorpresa della scoperta. Vorrei però concludere con i vertici della rassegna, le opere di videoarte di due giovanissimi, Umberto Schettini con l’inquietante Artificial Mother e Luigi Segre, Il Ritorno , cortometraggio tra Wenders e Kubrick, al ritmo di agghiacciante musica dubstep, intelligentemente abbinato ai paesaggi metropolitani di Mario Dabbene. Per saperne di più prendete il catalogo a cura di Carmen Spigno, Pasquale Meli e Umberto Schettini.

Un unico appunto: tutte queste opere sono un po’ compresse e necessitavano forse di maggiore spazio. La mostra terra Madre sarà poi ripresa a Palazzo Tagliaferro ad Andora dal 22 dicembre al 9 gennaio prossimi.

Sempre al terzo piano si può visitare Verismo Intimista di Antonio Sgarbossa, veneziano. Dopo la progressiva ricerca dell’astrazione di Rodolfo Tonin qualcosa di completamente diverso. Sgarbossa dipinge in olio diluito su tavola a partire da fotografie proprie. Chi come me non ama il realismo spinto rimane un po’ perplesso di fronte a certi paesaggi dal tratto troppo netto, e Venezia è un tema un po’ troppo abusato. Sono invece gustosi i ballardiani scorci urbani con rottami di macchine e le nature morte mostrano un perfetto dominio della tecnica soprattutto per quanto riguarda la luce, quasi seicentesca. Belli i ritratti femminili. In breve, nel giro di poche stanze potete trovare la postmodernità più avanzati e il ritorno al classico, cosa volete di più?

* Nella fotogallery, momenti dell’inaugurazione e alcune delle opere in mostra nel doppio percorso espositivo

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