di Alessandro Sbarile – Dall’8 al 18 agosto a Savona sul lungomare di Zinola si tiene la “Festa di Liberazione”, tradizionale appuntamento di Rifondazione Comunista, quest’anno dedicato alla Costituzione. Occasione propizia per affrontare con il segretario provinciale Marco Ravera i temi caldi della politica locale, con particolare attenzione alle elezioni amministrative del prossimo anno.
D.: La Festa di Liberazione, cosa rappresenta per il vostro partito?
R.: Quella di Zinola è la nostra festa ed è ormai un appuntamento fisso; la facciamo non solo per tradizione ma da un lato per un aspetto economico, dato che rappresenta la maggiore fonte di incasso per il partito, dall’altro vuole essere uno spazio politico: da questo punto di vista siamo rimasti gli unici a fare dibattiti; con la stessa filosofia apriamo lo spazio dello spettacolo a gruppi emergenti, che magari hanno difficoltà a trovare spazi in rassegne più prestigiose. Inoltre quest’anno abbiamo dato spazio a dei giovani artisti, cui non abbiamo chiesto chi votano.
Dunque: cucina, politica, musica ed arte, il tutto, specie lo spazio dei dibattiti, con un grosso richiamo alla Costituzione, che giudichiamo fortemente sotto attacco da parte del Governo e non solo, quindi abbiamo deciso di abbinare questa festa alla Carta Costituzionale, speriamo di esserci riusciti, per ora sta andando bene.
D.: Ci si prepara a vivere un autunno caldo a livello locale, in preparazione di una sfida elettorale importante come quella del Comune di Savona; è stata una legislatura travagliata, cosa intendete fare?
R.: Per sapere cosa faremo ci vorrebbe la bacchetta magica; quattro anni fa abbiamo accettato “la sfida del governo” cercando una discontinuità col passato, che c’è stata ma non come ci saremmo aspettati, tant’è che su pratiche come il Puc ci siamo differenziati: conteneva elementi positivi, come l’edilizia sociale e popolare (che la città aspettava da vent’anni); lo steso Piano conteneva parti inaccettabili, come la Margonara e l’Aurelia bis: in questi anni non l’abbiamo riscritto da capo, non era un libro bianco.
Ci sono state cose positive, per esempio una maggiore attenzione al sociale, qualcosa si è mosso dal punto di vista ambientale; tuttavia in negativo incidono i rapporti che non sempre sono stati lineari (e il Sindaco alla nostra festa si è fatto carico del problema) per esempio su alcuni parcheggi si è andati avanti a maggioranze variabili e a volte non siamo stati invitati alle riunioni.
Alla festa ho detto che non abbiamo pregiudiziali né sul candidato né sulle sigle che possono far parte della colazione, per noi il punto di riferimento è il programma, che sarà difficile da costruire ma le condizioni per migliorare ci sono, poi dipenderà anche dagli elettori
D.: Quindi non ci sono pregiudiziali verso l’Udc?
R.: L’Udc c’è già nella maggioranza: il consigliere Casalinuovo, eletto nelle file della Margherita, è nell’Unione di Centro; credo che comunque, a prescindere dalle mie considerazioni, per cui preferirei spostare l’asse a sinistra, credo che influirà molto il quadro politico nazionale, qualora si andasse a elezioni anticipate.
Poi può capitare come alle scorse provinciali, dove non si è realizzato l’accordo sul programma, e siamo andati da soli; tuttavia il tentativo deve essere fatto ad ogni livello perché c’è una destra sempre più pericolosa (e lo dicono i fatti); provare a fare un accordo per noi non è mai facile, è un dovere ma si tratta di una cambiale in bianco.
Per noi c’è una contraddizione legata al sistema elettorale che ci schiaccia: se siamo in coalizione ci troviamo a digerire politiche che non ci convincono, se restiamo fuori siamo quelli che fanno vincere il centrodestra; è una contraddizione che non si risolverà indipendentemente dalle prossime elezioni.
D.: Altre due partite importanti a livello elettorale si giocano nel Ponente: a Loano, dove si dovrà scegliere il successore del Sindaco e Presidente provinciale Vaccarezza, e ad Alassio, dove a sinistra si sta muovendo la realtà di Altrocantiere; come intendete muovervi?
R.: Il nostro statuto prevede l’autonomia giuridica dei circoli, per cui le scelte, dalla sede sino alla partita delle elezioni, è competenza dei circoli, poi chiaramente c’è un rapporto con il provinciale
Ad Alassio la situazione è più delineata: ricordo quando conobbi Jan Casella di ritorno da una manifestazione e quando lo rincontrai in treno, ascoltava Vasco, mi riconobbe e da lì è iniziato un rapporto importante; alle ultime regionali ad Alassio è stato il secondo candidato consigliere più votato dopo Melgrati, è riuscito a creare gruppo a partire dal Brixton e ad avvicinare anche chi guardava alla politica con diffidenza e che ha potuto vedere che, se fatta bene, la politica non è negativa, magari certi politici hanno fatto cambiare idea.
Jan si è buttato in questa avventura, ha dato vita a questa esperienza di Altrocantiere per superare i confini, riuscendo a racchiudere esperienze della sinistra alassina che magari guardavano ad altre forze ed ha messo in moto cose interessanti; per ora vuole essere un’associazione culturale, che vuole giustamente essere slegata, credo che da lì possa nascere qualcosa di positivo in vista delle prossime elezioni, pur sapendo che non è una realtà facile. Credo sia importante si sta aggregando qualcosa di sinistra in una città dove la destra stravince, per ricostruire qualcosa di sinistra.
A Loano siamo più indietro: è curioso che il Presidente della Provincia abbia mantenuto per tanto tempo le due cariche, credo in situazione di incompatibilità; alle ultime elezioni abbiamo appoggiato la lista civica, che appoggiava Elisabeta Garassini; da quello che mi dicono i compagni la situazione è più complicata perché in comuni sotto 20000 è prassi creare liste civiche, ma è importante che siano connotate in qualche misura, che non contengano elementi di trasversalità. Mi par di capire che il circolo locale pd voglia coinvolgere, da suo punto di vista giustamente, delle personalità che non fanno riferimento al centrosinistra e su questo c’è qualche problema.
D.: Esistono una decina di partiti comunisti in Italia, ormai siamo alla scissione dell’atomo; qual è il confine fra coerenza e personalismo? Come si inserisce un progetto come quello della “Federazione della Sinistra” (che vi vede protagonisti insieme ai Comunisti Italiani e a Socialismo 2000)?
R.: Non trovo risposta perché io mi sono iscritto dopo la scissione con i Comunisti Italiani e ne abbiamo subite troppe; forse ha ragione il Presidente provinciale dell’Anpi Bruno Marengo che dice che nelle dinamiche interne una parte del partito non è mai stata “partito”, dato che è nato da costole di vari movimenti (dal PCI a Democrazia Proletaria), la stessa cosa è accaduta a Savona, dove il partito è nato sulla spinta di personaggi con alle spalle storie e militanze differenti, come Ferrando, Codino e Casaccia.
Abbiamo il brutto vizio per cui chi non è d’accordo o perde una votazione importante prende e se ne va: è successo con il PdCI, con Vendola, con alcune piccole formazioni durante il secondo governo Prodi.
Per fare fronte a questa serie infinita di scissioni è stata data vita alla Federazione: è una scommessa dopo anni di lacerazioni ed è stata scelta la forma della federazione per evitare, con la creazione di un nuovo partito o con un’improvvisa accelerazione, che si perdessero dei pezzi. Si cerca di mettere assieme le cose che abbiamo in comune e accantonare le cose che non abbiamo in comune: non è solo una sommatoria pezzi di partito o un’associazione, perché in giro per l’Italia crescono adesioni (per esempio alle ultime regionali in Lombardia si è candidato con noi Dario Fo) è uno strumento per dare una casa alla gente di sinistra.
Stiamo lavorando, ci sono delle difficoltà ma si possono affrontare, idem a livello locale; inoltre, al contrario di altri percorsi che nascono a sinistra, si parte dal basso e non dal leader ma a partire dalle nostre realtà locali sta funzionando bene in val Bormida, sia a Cairo sia fuori.