La musica tradizionale moderna e la canzone d’autore

di Alfredo Sgarlato – Partecipando ad un progetto culturale ho avuto modo di conoscere molti dei più grandi interpreti italiani di musica tradizionale. Ognuno di loro raccontava cosa significhi suonare oggi musica tradizionale e dalle loro argomentazioni nasceva spesso il confronto tra musica tradizionale e musica d’autore. Per questi musicisti (qualche nome: Gualtiero Bertelli, Ambrogio Sparagna, Riccardo Tesi) la distinzione è fittizia. Non esiste musica che non sia d’autore (magari in alcuni casi rimasto anonimo), poi ci sono canzoni che rimangono e allora diventano tradizione. Un aspetto che i musicisti tengono molto a far comprendere è che, soprattutto in musica, non esiste una tradizione come l’hanno concepita alcuni pensatori farlocchi di inizio ‘900, cioè un monolite intoccabile al di fuori del tempo e limitato nello spazio.

Le tradizioni si sono sempre contaminate tra loro e l’umanità è stata sempre globalizzata, la musica tradizionale non può che mostrare questo aspetto. Meditando sulla musica tradizionale mi vengono in mente le parole di un discografico, Mirko Spino, che afferma che per un trentenne di oggi tradizione sono i Duran Duran. Avrà ragione? Vado ad una festa di piazza, dove si esibiscono i divertentissimi Divina, e sento le ragazzine cantare a squarciagola canzoni degli anni ’70/’80, anche quelle più trash. Ma là si ballava, in altri ambienti si canterà Dio è morto o La locomotiva. Se queste canzoni sono rimaste è possibile che siano davvero la nuova musica tradizionale. Curiosità finale: esiste un sottogenere di musica denominato “folk apocalittico” o “identitario”, creato da musicisti di origine dark, che si rifà alle teorie dei pensatori farlocchi citati sopra. È musica noiosissima, che ascoltano in pochissimi, proprio l’opposto dei concetti di folk e tradizione.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato