Anteprima jazz ad Alassio; a settembre il festival

di Alfredo Sgarlato – Ieri sera ad Alassio si è avuta un’ anteprima del festival jazz che si terrà a settembre, con un evento speciale: la proiezioni di capolavori del muto accompagnati dal vivo da un orchestra. Ad Aosta si tiene un festival intero dedicato a questo tipo di spettacolo e proiezioni di film muti con musica live si tengono spesso a Pordenone o Bologna, ma penso che per il ponente ligure sia una novità assoluta.

La musica è stata fornita da Zerorchestra, formazione friulana, in cui spiccano due percussionisti/rumoristi che evidenziano i momenti topici dei film e una ricca sezione fiati, guidata dai sax di Gaspare Pasini e Francesco Bearzatti (già ascoltato quest’estate a Laigueglia nell’ensemble di Deodato), con strumenti anche inconsueti come ottavino, flauto basso, corno inglese e calrinetto in Mibemolle. Gli impasti degli strumenti sono molto ben scritti e si passa dalle atmosefere swinganti a quelle più romantiche a quelle più “free”, inevitabili visto che i film proiettati sono comici.

Il primo è Big Business, con Laurel e Hardy: i due angeli sterminatori tentano di vendere alberi di natale e finiscono in una vera e propria guerra con l’omino baffuto (scommetto che avete sempre desiderato sapere come si chiama: ebbene, è James Finlayson). Il secondo è The cameraman, uno dei capolavori di Buster Keaton, il suo primo lungometraggio, dove l’imbranato e romantico Buster sfonda nel cinema e, ovviamente, conquista una bella (Marceline Day).

Alcune curiosità. Buster Keaton e Stan Laurel, che anche se non li firmavano erano di fatto sceneggiatori e registi dei propri film, non avevano alcuno studio alle spalle, erano dei girovaghi, Keaton addirittura un clown, Laurel un membro della compagnia di Chaplin (come anche Finlayson). Eppure seppero fare un cinema raffinatissimo: il film di Keaton mostra addirittura dei movimenti di macchina, cosa rarissima all’epoca. Il personaggio di Keaton, l’individuo goffo vittima di un mondo che non sa controllare, è stato poi imitatissimo, da Tati, a Jerry Lewis fino a Benigni e Albanese, ma mai più con la carica eversiva e la poesia di Buster. Anche Laurel e Hardy, spiega Oreste de Fornari, sono a loro modo eversivi ed anarchici: avrete notato come nelle guerre che scatenano coi vicini non c’è mai attacco alla persona ma la distruzione della proprietà, che in America è ben più sacra della vita. E la battaglia (a cui i personaggi assistono impassibili, altra invenzione comica geniale) parte dalla distruzione del numero civico, del citofono: la privazione del riconoscimento sociale.

Ma anche il pubblico che non coglie queste sottigliezze ride come un matto, e questo è il segreto del genio. Pensare che la coppia Laurel-Hardy nacque per caso. Protagonista delle comiche doveva essere Finlayson, e Laurel solo regista. Ollio, poiché la moda dell’epoca voleva che il cattivo fosse corpulento, era stato scritturato come nemico. Laurel sostituì un attore infortunato. Alle prime visioni si notò che le scene in cui Stan e Oliver interagivano erano quelle che facevano spanciare il pubblico, e così nacque una coppia immortale.

Tornando al jazz, il festival si terrà dal 5 al 9 settembre, con tra gli altri l’ottimo pianista Orrin Evans, allievo di Kenny Barron, e il ritorno dello spettacolare bluesman Rudy Rotta.