Suso, storia di una grande italiana

di Alfredo Sgarlato – Ci ha lasciati un personaggio tra i più importanti nella storia del cinema: Suso Cecchi d’Amico, sceneggiatrice. Era nata nel 1914 a Roma. Si chiamava in realtà Giovanna, ma quella bambina rosea e paffuta sembrava ai familiari una susina, e da allora fu Suso. Forse era una predestinata: era figlia di Emilio Cecchi, scrittore, e di Leonetta Pieraccini, pittrice ed aveva sposato nel 1938 Fedele d’Amico, musicologo, in seguito firma de L’Espresso. Durante la guerra aveva bisogno di lavorare, poiché il marito aveva dato le dimissioni dall’EIAR per non dover portare la camicia nera e successe che, dato che sapeva l’inglese e scriveva benissimo a macchina, il regista Castellani le chiese di scrivere la sceneggiatura di un film, mai terminato, intitolato, pensate un po’, Avatar, insieme ad altri due giovani promettenti, Flaiano e Moravia…

Dopodichè scrisse altri 118 film, collaborando con molti tra i più grandi registi italiani e firmando capolavori assoluti come Ladri di biciclette, Bellissima, Senso, Estate violenta, Salvatore Giuliano, I soliti ignoti, Le avventure di Pinocchio. Amatissima per il suo carattere brillante, convocava in casa sua grandi tavolate di persone che scrivevano quegli splendidi film, spesso innamorandosi di lei, che respingeva le avances di tutti. Ha lavorato fino a pochi anni fa, collaborando anche con nomi nuovi come Roberto Andò e i fratelli Frazzi, finché non si è ammalata. Lei se ne andata ma i suoi capolavori restano, almeno per chi ha avuto la fortuna e la curiosità di vederli.