Flashback: ripensando al Percfest 2010

di Alfredo Sgarlato – Quest’anno mal tempo e altri problemi hanno danneggiato un edizione del Percfest di Laigueglia che è stata invece ottima dal punto di vista artistico. Un temporale mi ha impedito di assistere alla prima serata, che presentava il quartetto di Abraham Burton e Joe Mcpherson, giovani talenti di scuola mingusiana e quello di Flavio Boltro, uno dei migliori trombettisti italiani. La sera seguente nulla avrebbe potuto impedirmi di ascoltare il mio pianista preferito, Dado Moroni, accompagnato dal leggendario batterista Aldo Romano (pronunciare Romanò, è francese) e da Rosario Bonaccorso (che, per i pochi che non lo sapessero è anche il direttore artistico del festival) al contrabbasso, con le ospitate di Alessio Menconi alla chitarra e di Stefano di Battista, straordinario sassofonista. Il gruppo crea un atmosfera eccezionale. Segue un esibizione di Stefano di Battista, come leader, ancora con Bonaccorso e l’ottimo e giovanissimo batterista Nicola Angelucci. La loro musica è un po’ troppo “pulitina” per i miei gusti, ma gli assoli del di Battista, seguace di John Coltrane, sono veramente belli. Chiude il New York Quartet, con Jim Rotondi, tromba, David Hazeltine, piano, John Webber, contrabbasso e Joe fansworth, batteria. È un gruppo incensato dalla critica americana e il loro disco “the move” mi è piaciuto molto, ma qui a Laigueglia mi han dato l’idea di limitarsi a svolgere il compitino, buttandola troppo sul virtuosismo. Inoltre hanno suonato tardi, per cui il volume era stato abbassato e qualcosa si perdeva.

Magnifica la serata del giovedì, col quintetto del pianista genovese Andrea Pozza con Dick de Graaf e Christian Brewer ai sax, Joe Machtel al contrabbasso e Shane Forbes alla batteria. Un gruppo molto raffinato che esegue temi molto belli, scritti da de Graaf, quelli più ritmati e da Pozza, quelli più intimisti. Belli gli impasti dei sax e Pozza, che Moroni definisce il Bill Evans italiano, ma io ci sento alcuni passaggi alla Chick Corea, è ormai un pianista maturo e personale. Segue il primo grande evento di questa edizione: il trio B.A.D. ovvero Michael Blake, sassofonista ex membro dei mitici Lounge Lizards, Ben Allison, giovane contrabbassista e compositore rivelazione del jazz americano e infine Hamid Drake, oggi il miglior batterista in circolazione, che già aveva fatto innamorare l’estate scorsa il pubblico di Laigueglia. Da loro mi aspettavo che potessero fare qualsiasi genere di musica e infatti ci vanno vicino: mescolano downtown jazz (quello che ricorda le colonne sonore dei noir), poliritmie africane, reggae(!!) e molto altro, Blake spesso suona due sax contemporaneamente e quanto a Drake è uno spettacolo, una vera macchina ma anche raffinatissimo, il vero erede di Max Roach.

Venerdì il quartetto di Pippo Matino (basso elettrico), più noto come collaboratore di grandi del jazz-rock napoletano e session man di lusso, con l’ottimo sassofonista Francesco Bearzatti, Benjamin Enocq alla batteria e Jorge Bezerra alle percussioni. Il gruppo è alla sua prima esibizione live, ma nessuno lo direbbe. L’ottima tecnica e la verve dei musicisti, che propongono un piacevole jazz-rock stile anni ’70, rendono l’esibizione molto apprezzata . Quindi Eumir Deodato, un nome forse oggi dimenticato, ma che quando io ero ragazzino vendeva milioni di dischi e appariva come star nei programmi di prima serata. Pianista brasiliano, la sua musica non è propriamente jazz ma un misto di funky e ritmi samba, molto ritmata. Una serata che per me è stata un tuffo nel passato, nei primi generi di musica al di fuori del rock che ho scoperto da tredicenne.

Sabato un’altra tempesta di pioggia, ma si suona ugualmente e non voglio perdermi Mina Agossi. Cantante francese, con esperienze di teatro e cabaret alle spalle, con Bjork e Jimi Hendrix, oltre alle signore del jazz, tra i suoi miti, si esibisce accompagnata solo da contrabbasso, Eric Jacot e batteria, Ichiro Onoe. Voce straordinaria, grandissima presenza scenica, i due musicisti la accompagnano anche nelle gag che improvvisa durante i brani. Per la pioggia il pubblico si schiera proprio sotto il palco come ad un concerto punk e questo migliora un esibizione eccezionale. Segue il padrone di casa Bonaccorso in veste di leader con Pozza, Angelucci e il bravo trombettista Fabrizio Bosso e un ospitata del sassofonista Max Ionata. Il gruppo si chiama Travel Notes e la sua musica, melodica e fluente, rende bene l’idea del viaggio. Nelle varie serate anche il concorso dei giovani musicisti, vinto dal gruppo Om, le jam nei locali con molti dei musicisti citati ed altri abituali ospiti del Percfest come Roberto Gatto e Gilson Silveira e la domenica il gran finale con la notte dei tamburi, la parata per i carruggi, ed altre esibizioni come quelle della cantante Danila Satragno e della musicista ed etnologa Alessandra Belloni e molti seminari.

Ma sarà stato il mal tempo, o il fatto che molti locali storici di Laigueglia hanno chiuso, il pubblico era meno numeroso degli anni scorsi. Peccato, visto il livello altissimo dei musicisti presenti.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato