Civetta salvata ad Albenga: plauso dell'Enpa che chiede maggiore sostegno da parte delle Istituzioni e altre associazioni

Una civetta è stata sottratta all’ultimo momento dal alcuni intraprendenti dipendenti del comune di Albenga, dall’attacco di alcuni gatti nel centro storico. Il volatile, probabilmente caduto da un nido, è poi stato preso in cura dai volontari della Protezione Animali che, dopo le cure e lo svezzamento, lo libereranno in una zona protetta.

“Il numero di soggetti di fauna selvatica in difficoltà o di nidiacei caduti dai nidi, soprattutto in ambienti urbani e costieri,  è in forte crescita da diversi anni; basti pensare che l’ENPA da maggio ne soccorre una media di oltre duecento al mese: gabbiani, merli, rondoni, passeri, civette, tortore, colombi, gazze, pipistrelli, ricci e caprioli”, precisano i volontari della Protezione Animali.

“L’attività di recupero svolta dall’ENPA è particolarmente apprezzata dai turisti che effettuano le segnalazioni; il gran numero di interventi e di conseguenti cure sta però mettendo in difficoltà i volontari all’opera; l’associazione ha già da tempo lanciato appelli, finora senza esito, affinché chi

ama gli animali, non solo a parole, dia la sua collaborazione partecipando ai turni presso i centri di recupero di Savona e Pietra Ligure”.

“Sulla stessa linea – prosegue l’Enpa – l’atteggiamento delle ‘istituzioni’; occorrerebbe infatti uno spazio ricavato sui moli del porto di Savona o in riva al mare, dove accudire le decine di gabbiani soccorsi finché non sono in grado di volare via (l’associazione ha dovuto organizzare alcune voliere in una zona di campagna disponibile ma si tratta di una soluzione provvisoria e, lontana dal mare, inadatta e faticosa); l’ENPA lo scorso anno lo aveva chiesto agli enti proprietari del fronte mare

savonese (Comune, Autorità Portuale e Capitaneria) ma, a parte una bella lettera dell’assessore savonese ai quartieri Lirosi, nessuno ha neppure risposto; eguale esito ha avuto la proposta avanzata alla casa circondariale di Sant’Agostino di avere a disposizione qualche carcerato ‘animalista’ (vedi

Alcatraz); e quest’anno anche la Fonda-zione CARISA ha voltato le spalle all’ENPA, negando l’infinitesimo contributo di 1.500 euro, mentre quello garantito dalla Provincia, titolare dei soccorsi, si sta rivelando largamente insufficiente a pagare medicine, veterinari, cibo e mezzi”.