Belin, vivo in un microonde!

di Sandra Berriolo – La notizia è che adesso abbiamo la mappa della luce sprigionata dopo il Big Bang, la prima luce dell’Universo. La storia del cosmo in un’unica immagine, circa 14 miliardi di anni compressi. In pratica vedi come quei mappamondi su carta, quando l’immagine della Terra è aperta e schiacciata a formare un ovale; qui però c’è in alto e in basso un ammasso rosso-arancione e in mezzo, su sfondo violetto, un ammasso nebuloso bianchiccio, come quando ci sono le nuvole da vento.

«Una meravigliosa mappa del cielo come non si è mai vista» annuncia Nazzareno Mandolesi, direttore dell’Istituto nazionale di astrofisica spaziale di Bologna, uno dei responsabili degli strumenti a bordo della macchina che ha permesso la fotografia dal satellite Planck.

L’immagine ha nove colori – ma allora perché ci danniamo per averne milioni su un cellulare? – ma invisibili per noi, perché appartenenti alle microonde. È il «fondo cosmico delle microonde» che, dopo aver viaggiato dall’inizio del tempo, finalmente giunge a noi mostrandoci come era l’Universo neonato. Ci son voluti 18 anni di lavoro e un anno di osservazione in servizio del satellite, per fotografare la «radiazione cosmica di fondo» che esiste nell’Universo da poco dopo (380 mila anni) il Big Bang. In pratica tutto è nato in un gigantesco microonde azionato da “nonsisachi” che ha girato la manopola esagerando un po’ (14 miliardi di anni) e noi, che ci preoccupiamo per le radiazioni degli scanner negli aeroporti, ci viviamo da sempre.

Per studiare bene la luce primordiale, ora gli scienziati devono cancellare dall’immagine la nebbia che permea la Via Lattea (l’ammasso bianchiccio), che offusca la visione della luce dell’Universo: sono emissioni provenienti «localmente» e dovute al gas e alla polvere interstellare della nostra Galassia. Insomma una specie di inquinamento galattico che guarda caso sta proprio dove c’è anche l’essere umano. E questo dimostrerebbe che per natura tendiamo a nascondere con le nostre piccolezze, che poi finiscono in polvere, ciò che di grande e misterioso c’è oltre a noi.

Questo esperimento scientifico può aiutarci a chiarire misteri come la materia oscura, la geometria dello spazio, la formazione delle galassie, ecc. In pratica il meccanismo ancestrale con cui in Italia si creano i Governi.

Inoltre potrebbe farci scoprire l’«inflazione», cioè la dilatazione esponenziale dell’espansione dopo il Big Bang avvenuta in un centomillesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo (non sto scherzando, lo dicono gli scienziati). In pratica la tecnica e le motivazioni degli aumenti esponenziali dei prezzi tre milionesimi di secondo dopo l’entrata in vigore dell’Euro.

Nel team internazionale la parte italiana è cospicua e ha ruolo di leadership, grazie alle tecnologie dell’Asi e a giovani ricercatori. Ma a noi cosa ce ne importa, visto che i nostri veri eroi son fuori dai Mondiali?

(N.d.A.: le notizie – quelle scientifiche serie – sono tratte dagli articoli di Gabriele Beccaria e Marco Bersanelli da La Stampa del 6 luglio 2010)

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo