di Fabrizio Pinna – Primi weekend assolati di luglio, ma in questo inizio estate la politica ad Albenga non è ancora andata in vacanza; o almeno: non tutta. In piazza del Popolo questo pomeriggio attivo infatti un gazebo di propaganda, volantinaggio e informazione animato dai militanti della Federazione della Sinistra (FdS) del Ponente Savonese. “La volontà di ritornare finalmente in piazza, tra la gente, in un periodo duro per tutta l’Italia; qua ad Albenga abbiamo poi problemi particolari: l’offensiva nei confronti dei migranti e non solo, la situazione dilagante del lavoro nero…”, dice al Corsara – tra un volantino e l’altro dato ai passanti – Jan Casella le ragioni del “presidio” ingauno di questo caldo sabato di luglio.

Dopo la relativa calma seguita alle lunghe campagne elettorali per le regionali e le comunali locali, riprende per la FdS il “lavoro sul territorio”; è “la situazione del momento che lo richiede” dice. “L’offensiva continua di partiti in particolare come la Lega Nord fanno nei confronti dei deboli: cavalcare un periodo di crisi colpendo quello che sta ‘sotto di noi’ invece di mirare ad attaccare i tanti padroni che stanno ‘sopra di noi’. È questo – spiega Casella – che ci muove dentro e ci porta a tornare in piazza; speriamo di essere sempre più presenti. Vediamo un certo immobilismo ma sono convinto che non tutti i cittadini sono d’accordo con tutto quello che di male sta succedendo in Italia e anche nella città di Albenga”.

“Contraddittoria” e “incoerente” la situazione di Albenga secondo Luigi Gatti, presidente della FdS Ponente Savonese e della Casa dei Circoli di Ceriale: “Che ci sia in una Albenga, città abbastanza ‘quotata’, un sindaco leghista di provenienza siciliana, lo trovo davvero contraddittorio. Io, che ho una certa età, ho combattuto a Torino quando i leghisti ce l’avevano con i meridionali… e oggi qui abbiamo un sindaco siciliano… leghista. È una cosa che proprio non riesco a capire”.

E naturalmente non mancano critiche dalla FdS del Ponente indirizzate direttamente all’operato del sindaco ingauno Rosy Guarnieri. Di fronte a problemi reali come il lavoro nero, scrivono nel j’accuse consegnato a un volantino distribuito oggi in piazza, “cosa fa la ‘Sindachessa’ Guarnieri? Emette ordinanze tese a dare fumo negli occhi ai ‘gonzi’ (vedi per esempio l’ordinanza ‘anti-assembramento’ che richiama disposizioni di stampo alquanto reazionario)”; inoltre, proseguono stigmatizzando le controverse scelte che hanno riempito di polemiche pagine e pagine cartacee e virtuali delle cronache locali in queste ultime settimane, “ha in gestazione un’ordinanza per la chiusura dei Kebab alle 21, una proposta per la riapertura delle Case Chiuse, una proposta per limitare la residenza a chi può dimostrare di avere un reddito mensile di oltre 500 €. Come se la vedranno i pensionati al minimo? I precari? I disoccupati?…”.

Ma i problemi veri, sostiene la Federazione della Sinistra,  ad Albenga sono altri; a partire proprio dalla piaga del lavoro nero, fenomeno diffuso anche nella piana ingauna e che ha fatto persino ricomparire pratiche come quella del “caporalato” che sembravano consegnate alla storia più cupa delle condizioni dei lavoratori e sul quale spesso, a livello locale, si chiudono entrambi gli occhi: “Nella piana di Albenga lavorano in nero sia centinaia di migranti, sia non pochi albenganesi. Per i clandestini c’è un vero e proprio sistema di caporalato che, di giorno in giorno, recluta la manodopera necessaria a salari da fame e in nero. Questi lavoratori – meglio sarebbe definirli nuovi schiavi – senza i quali l’economia albenganese risulterebbe compromessa sono costretti, malgrado il duro lavoro nelle serre, ad una vita di stenti, indegna di esseri umani”. “Dalla Piana di Albenga partono oltre 13.000 TIR all’anno carichi di fiori in vaso: sono, in buona parte, frutto di lavoro nero, con tutto quel che ne consegue per quanto attiene l’evasione fiscale e contributiva. Un efficace contrasto a tale evasione – conclude la FdS – potrebbe permettere al Comune di Albenga di offrire, ai propri cittadini, migliori servizi”. [NdR: qui la replica Confederazione Italiana Agricoltori]