Secondo una ricerca, nessun allarme sanitario per piccioni; Enpa: Savona sorda al dialogo, timore per una nuova strage dei volatili

Enpa Savona – Fa un po’ di confusione il presidente di Italia Nostra sui colombi savonesi. La giunta Ruggeri non ha mai realizzato progetti di sterilizzazione con antifecondativi e nessun sulfamidico è stato mai sparso per la città; il metodo è stato invece più volte proposto dall’ENPA perché ha egregiamente funzionato in molte città, utilizzando una sostanza innocua (la nicarbazina) un tempo impiegata come antipulci per le galline ovaiole.

La cosiddetta vasectomia del 1996 della giunta Gervasio fu soltanto una strage; vennero catturati 5.900 colombi, ne vennero ufficialmente uccisi 3.200, si disse che si erano sterilizzati un migliaio di maschi e liberate un altro migliaio di femmine a cui venne applicato un anellino rosso di riconoscimento: non se trovò o vide mai una, dicasi una. Come si può verificare dalle cronache locali inoltre l’iniziativa non ebbe alcun effetto, salvo che nella memoria di Cuneo.

Ora il comune vuole ripetere l’iniziativa ed il timore degli animalisti savonesi è che anche in questo caso si tratti di una strage mascherata e che continuerà a dare risultati nulli.

Il comune continua invece a respingere sistematicamente le proposte dell’ENPA ed anche per questo progetto nega all’associazione ogni dialogo e confronto; lo scorso inverno centinaia di animalisti di ogni parte d’Italia avevano inviato esposti alla Procura della Repubblica contro lo sterminio di mille colombi, per analizzarne i corpi e verificare l’esistenza di malattie; proprio come avviene a Genova da anni, con la collaborazione dell’ENPA ma a costi molto inferiori e senza dover uccidere gli animali.

COLOMBI: LA CACCIA ALLE STREGHE NON SERVE A NULLA – I risultati di una ricerca dell’Università di Basilea, in Svizzera, confermano che non esiste un allarme sanitario dato dalla presenza di Colombi nelle città, neanche per l’influenza aviaria. Il Colombo di città non è pericoloso per la salute umana. Ad affermarlo sono due ricercatori dell’Università di Basilea, Daniel Haag-Wackernagel e H.Moch, in un articolo di prossima pubblicazione sulla rivista medica Journal of Infection (editore Elsevier). I ricercatori hanno passato in rassegna la letteratura italiana, francese, tedesca e inglese sulla trasmissione di malattie dal Colombo di città (Feral Pigeon) agli esseri umani, mentre i dati più recenti sono stati ottenuti grazie al database sanitario “PubMed”.

Dall’analisi di 77 studi epidemiologici effettuati su popolazioni di Colombo di città presenti in 60 aree urbane e regioni, è emerso che su un totale di 60 organismi patogeni (di cui 5 virus, 9 batteri, 45 funghi e 1 protozoo) trasmissibili dal Colombo di città all’uomo, soltanto 7 di essi hanno trasmesso malattie all’uomo. In un periodo di tempo pari a 60 anni e compreso tra il 1941 e il 2003, si sono verificati in totale solo 176 casi documentati di trasmissione di patologie dai Colombi di città agli esseri umani. Tra di essi, solo un caso di Salmonellosi e un caso di Toxoplasmosi, malattie che spesso vengono enfatizzate da amministratori locali per giustificare uccisioni indiscriminate, ma che in pochissimi casi, come documentato dalla ricerca svizzera, si trasmettono dai Colombi all’uomo, nonostante questi uccelli ne siano portatori. Per l’Ornitosi si sono registrate poche decine di casi.

Questa ricerca dà forza scientifica alla tesi che si sostiene da tempo: i rischi di trasmissione di malattie dal Colombo all’uomo sono molto bassi. Il mero isolamento di un agente patogeno nel Colombo non può giustificare quindi lo sterminio che da più parti viene proposto. Secondo i ricercatori, i risultati delle molte indagini effettuate sono quindi più consone a indicare lo stato di salute degli stessi Colombi di città, piuttosto che a valutare il rischio per la salute dei cittadini. In questo contesto resta comunque importante una corretta educazione alla popolazione sull’igiene e sulla sicurezza sanitaria.