I Vetrai di Altare in Argentina: mostra a Villa Rosa per il gemellaggio tra Altare e San Carlos Centro

In occasione del gemellaggio tra il paese di Altare e la cittadina argentina di San Carlos Centro, nella provincia di Santa Fè, il Comitato per il Gemellaggio Altare-San Carlos Centro, in collaborazione con il Comune di Altare, con l’Istituto per lo Studio del Vetro e dell’Arte Vetraria di Altare e con la Fondazione Casa America di Genova, dedica una mostra all’avventura degli altaresi in Argentina, alla storia delle loro vetrerie, alle opere da loro realizzate e alla attuale realtà di solida amicizia tra San Carlos Centro e Altare (“I Vetrai di Altare in Argentina. Una storia, due fabbriche. Da Altare a San Carlos” Altare, Museo dell’Arte Vetraria Altarese, dal 26 giugno al 10 ottobre 2010).

L’esposizione si concentrerà principalmente sulla storia della migrazione dei giovani altaresi, in un viaggio che li accomunò a tanti altri coetanei liguri ed italiani di quel momento storico. Inoltre, si analizzeranno le contaminazioni delle tecniche e degli stili tra i vetrai altaresi e le nuove realtà presenti sul territorio argentino, in una continua e virtuosa alternanza tra arte e tecnologia.

La Storia – I vetrai altaresi hanno sempre avuto, storicamente, la connotazione di migranti. Sono infatti note le loro fortune all’estero, dalla Francia alla Germania e oltre. Tra le varie migrazioni, la più recente è stata sicuramente quella in Sud America, nell’immediato dopoguerra: gli altaresi, in pochi anni, costruirono quattro vetrerie in Argentina e una in Brasile. I vetrai migranti, costituitisi in un gruppo organizzato denominato T.O.V.A. (Tecnici Operai Vetrai Altaresi), in cui erano rappresentate tutte le competenze necessarie, partirono dall’Italia nel settembre 1947, con destinazione l’Argentina, e nell’arco di soli 10 mesi realizzarono la loro prima fabbrica.

Gli altri insediamenti produttivi vennero realizzati dagli altaresi tra il 1947 e il 1954, nelle cittadine di San Jorge e di San Carlos Centro, nella provincia di Santa Fè, a un centinaio di chilometri di distanza tra di loro, nel cuore della “pampa gringa”. Tra il 1954 e il 1979 esse conobbero un periodo di grande sviluppo, e a tutt’oggi è in pieno funzionamento la Cristalería San Carlos, fondata nell’ottobre del 1949: essa rappresenta, oggi, la più grande realtà argentina di lavorazione artigianale del cristallo, e con la sua attività mantiene viva questa tradizione artistica, che continua ad essere tramandata di padre in figlio: perciò a San Carlos Centro, a tutt’oggi, lavorano contemporaneamente quattro generazioni di artigiani del vetro.

Il Gemellaggio – Tra le popolazioni di San Carlos Centro e Altare si è mantenuto, negli anni, un forte legame, che ha portato, il 29 ottobre 2009, nell’ambito della settimana di manifestazioni organizzate a San Carlos Centro, in occasione del 60° anniversario della fondazione della Cristalería San Carlos, alla firma dell’atto di Gemellaggio da parte dei Sindaci delle due comunità. L’evento è stato seguito in diretta via internet dalla popolazione altarese.

Pueblos Hermanos – Il progetto fotografico Pueblos Hermanos, proposto dal fotografo torinese Marco Saroldi, si propone di raccontare le vite dei due paesi con uno sguardo parallelo, che trasmetta il più possibile affinità e differenze di due popoli nati dalle stesse radici. L’esposizione, affiancata a I Vetrai di Altare in Argentina, sarà costituita da 25 coppie di ritratti fotografici italo-argentini.

Pueblo è il villaggio ma anche il popolo, la sua storia, i legami col passato e le aspirazioni future. Nel caso specifico, l’emigrazione alla fine degli anni ‘40 dei vetrai altaresi a San Carlos Centro diventa punto di forza per tutto il racconto. Il vetraio, la maestra, il parroco, il sindaco saranno ritratti nei loro luoghi di attività, e così per tanti altri luoghi e mestieri, che insieme formeranno un quadro sociale dei due pueblos. Pueblos Hermanos sarà un veicolo per rendere reciprocamente partecipi del gemellaggio tutti i cittadini mai conosciuti del paese amico.

Il progetto è proposto dal fotografo Marco Saroldi, le cui opere sono state oggetto di mostre, oltre che in Italia, in Francia, Spagna, Germania, Belgio, Olanda, Russia, USA, e sono conservate nelle principali collezioni fotografiche internazionali, tra cui la Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino, l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, la Bibliothèque Nationale de Paris, il Fotografie Forum Frankfurt e il Modern Art Museum of Yokohama.