Trattamento acque urbane: dopo denuncia Aduc dei paradossi liguri, interrogazione senatori Poretti e Perduca sul deferimento alla Corte Giustizia europea

di Fabrizio Pinna – Non ha avuto grande eco nei media – nemmeno in Liguria, a parte qualche eccezione come il Corsara – la notizia della decisione presa nei giorni scorsi dalla Commissione Europea di deferire l’Italia (e la Spagna) alla Corte di Giustizia dell’UE per la decennale “violazione della direttiva del 1991 sul trattamento delle acque reflue urbane”. Tra le 178 città italiane “sotto accusa”, nella lista nera non mancano anche molti Comuni liguri, cosa che ha portato nei giorni scorsi l’Aduc a sottolineare le incongruenze tra la denuncia e l’ampia premiazione avvenuta poco dopo da parte della FEE (Foundation for Environmental Education), la quale ha consegnato quest’anno proprio alla Liguria il primato italiano tra le regioni con 17 Bandiere blu, dieci nel savonese.

La situazione di molti Comuni della Provincia di Savona è certamente ambivalente e, a ponente, è noto l’impasse di questi anni che ha visto al palo la costruzione di un nuovo necessario depuratore comprensoriale, con fazioni e scontri nel triangolo Alassio-Villanova-Borghetto su come se ne dovesse venire fuori. I casi del depuratore di Alassio e di quello Ingauno – si sa – rimangono ad oggi aperti, con fughe in avanti e frenate periodiche, con piccoli sabotaggi e manovrine che hanno ripreso vigore nei mesi scorsi dopo il cambio di amministrazione provinciale e, ad Albenga, comunale con il neosindaco da sempre contrario al progetto di Villanova, peraltro dopo la recente comparsa sulla scena della spagnola Acciona Agua forse vicino a un possibile punto di arrivo.

In attesa degli sviluppi locali in corso, difficile dire al momento se e quali possibili nuove sollecitazioni a sbloccare in fretta le cose potranno venire direttamente dal Governo e da Roma. Il caso nazionale sollevato nella Comunità europea ha infatti trovato, dopo la nuova denuncia dell’Aduc, sponda ora anche in due senatori Radicali-Pd, Donatella Poretti e Marco Perduca, i quali hanno depositato giusto ieri in parlamento un’interrogazione nel merito, stigmatizzando il “clamoroso ritardo” delle amministrazioni, Albenga – seconda città della provincia di Savona – compresa, va da sé (il testo integrale dell’interrogazione si può leggere anche nel blog della senatrice).

L’Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), ricorda la senatrice Radicali-Pd e segretario Commissione Igiene e Sanità Donatella Poretti, “che ha pubblicamente denunciato queste inadempienze, ha anche evidenziato come, proprio negli stessi giorni, la Federazione per l’educazione ambientale avesse assegnato il maggior numero di bandiere blu (17 per mare e spiagge pulite e qualità dei servizi) alla Liguria, regione in cui ci sono ben 19 Comuni e aggregazioni urbane inadempienti al trattamento delle acque reflue urbane”.

“E non si tratta – sottolinea ancora una volta la senatrice – solo di un puntiglio burocratico, ma anche ed essenzialmente di salute pubblica: le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus dannosi, contengono quantità notevoli di nutrienti come l’azoto e il fosforo che possono contaminare le acque dolci e l’ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita (eutrofizzazione)”. Per questo motivo, precisa nella sua nota, “col senatore Marco Perduca, ho presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’Ambiente per sapere i motivi del clamoroso ritardo da parte di queste amministrazioni comunali e quali provvedimenti si intendano adottare per adeguare nel territorio nazionale il trattamento delle acque reflue a quanto disposto dalla normativa comunitaria, ed evitare in tal modo una condanna dell’Italia da parte della Corte di giustizia della Ue”. Vedremo quali saranno le risposte.

* Note a margine di Effe: la rubrica Corsara di Fabrizio Pinna