Renzo Arbore: il ritorno del Pap’occhio trent’anni dopo

di Alfredo Sgarlato – Da alcuni giorni è disponibile in DVD Il Pap’occhio, il primo dei due film diretti da Renzo Arbore, a trent’anni dalla sua breve uscita nelle sale. Arbore era reduce dal successo de L’Altra Domenica, primo programma pomeridiano di RAI2, che mescolava quello che gli americani chiamano “gonzo journalism” ovvero le notizie più strampalate raccontate in maniera assolutamente soggettiva, musica rock, all’epoca molto rara in tv, e quel misto di umorismo goliardico e surreale che già aveva fatto la fortuna del programma radio Alto Gradimento e poi tornerà dopo cinque anni con Quelli della notte.

Parlare di successo per le creature di Arbore è persino riduttivo: migliaia di studenti, tra cui me, tornavano casa di corsa dalla scuola e avrebbero saltato il pasto pur di non perdersi Alto Gradimento e, in seguito, L’altra domenica e Quelli della notte cambiarono gli orari e il linguaggio di un paese. Nessuno ha rivoluzionato la tv quanto Arbore, tantomeno programma come Drive In o Zelig che dietro una falsa modernità data da ritmo o sguaiataggine erano in realtà rassicuranti e conservatori.

Nel Pap’occhio si immaginava che Arbore e i suoi collaboratori venissero chiamati ad organizzare la tv del Vaticano. Accanto al foggiano ci sono i fedeli Mario Marenco e Luciano De Crescenzo e personaggi al debutto o quasi: Benigni, Abatantuono, Milli Carlucci, Isabella Rossellini, comparsate di Martin Scorsese e Mariangela Melato. Compare un sosia di Papa Giovanni Paolo Secondo, Manfred Freiberger (morto non molto dopo). Il film, quasi tutto improvvisato, è piuttosto sconclusionato ma a tratti esilarante. Il suo umorismo, sebbene garbato e mai cattivo è splendidamente irriverente e non risparmia nulla, dai classici alla morte passando per il comunismo e la religione.

Oggi una tale libertà sarebbe impensabile: sebbene l’insulto sia libero non si può scherzare su nulla (vedi l’insuccesso de I Sopranos) Ma anche all’epoca ci fu chi si offese e il film, dopo una breve programmazione nelle sale di provincia (per la fortuna del cinefilo adolescente che fui), fu accusato di vilipendio al comune senso religioso e sequestrato. Il processo terminò con un’amnistia (ovvio, siamo in Italia) ma il film, che Fellini aveva amato molto, di fatto proibito. Arbore girò un altro film FF.SS. molto meno riuscito. Circa una quindicina d’anni dopo la RAI volle fare ammenda e dedicare addirittura una prima serata al Pap’occhio. Ma ordini dall’alto all’ultimo momento bloccarono il passaggio tv. La cosa buffa è che al posto mandarono in onda un altro film di fatto proibito: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (ebbene sì, ci sono alcuni film o registi italiani che non ufficialmente, ma il loro passaggio in tv, è più o meno proibito e avviene molto raramente. Torneremo sull’argomento). Oggi grazie all’uscita in DVD chi all’epoca era bambino o nemmeno ancora nato può farsi su idea su com’era l’umorismo in un periodo che oggi ci appare lontanissimo.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato