Il rock non si è fermato ad Eboli

di Alfredo Sgarlato – In questi mesi sono stati pubblicati alcuni album di rock italiano molto interessanti. Gli …A Toys Orchestra, da Agropoli (SA) presentano il quarto disco Midnight talks. Il loro è un rock classico molto all’inglese con echi di Beatles, Pink Floyd e persino Queen (nelle ritmiche), ma verso la fine del disco spuntano anche sonorità più desertiche e californiane. Il livello di scrittura dei brani è buono e gli arrangiamenti molto riusciti (sono ospiti i fiatisti di Capossela). I puristi potranno criticare il cantato in inglese, ma è una scelta tipica dei gruppi che si rifanno alla psichedelia, come anche Annie Hall (bresciani) o Jennifer Gentle (padovani).Terzo disco per gli Alibia, anche loro di Salerno. Dopo il pop fin troppo melodico di Tra tutto e niente, questo Manuale apocrifo delle giovani marmotte svolta verso la new wave e le sonorità tastieristiche di gruppi dello scorso decennio come Ust-mamò e Scisma ( a proposito di Scisma, seguite sempre il loro ex leader Paolo Benvegnù, il suo Le labbra è uno dei dischi più belli degli ultimi anni). Un po’ troppo leggeri per i miei gusti, ma hanno stile e meriterebbero successo.

Andando più in giù, in Calabria troviamo Il parto delle nuvole pesanti, carriera quasi ventennale, col nuovo Magna Grecia. Con una formazione per metà nuova (quella che si è esibita ad Albenga l’estate scorsa), il loro folk rock si arricchisce di nuove sonorità. Consigliati soprattutto dal vivo, dove si rivelano davvero trascinanti e simpatici. Tornando a nord troviamo a Montepulciano i Baustelle, giunti alla difficile prova del quinto album dopo quattro dischi eccezionali. Con I mistici dell’Occidente la prova è ampiamente superata. Certo, in alcuni brani come la title-track o L’estate enigmistica appare forte la lezione dei maestri, in altri gli arrangiamenti sono fin troppo morriconiani ma canzoni come Le rane, piena di chitarre alla Steely Dan, Follonica o L’ultima notte felice del mondo sono già tra le più amate dai fans. Per ora il loro incontro di melodie accattivanti e testi intelligenti e dandy è ineguagliato.

Da Firenze una band che invece supera ormai la trentina di anni di carriera e forse anche di dischi pubblicati, i Diaframma. Nel loro caso i primi tre album sono insuperabili, ma il talento del leader cantante e chitarrista Federico Fiumani (da tempo si può dire che Diaframma sia un suo pseudonimo) non si è appannato e i suoi dischi si mantengono sempre piacevoli, soprattutto per gli ottimi testi pieni di ironia (cosa che stupirà chi ha sentito solo i primi album, assolutamente dark com’era stile dell’epoca), specie quando affronta la vita di coppia, come in Io sto con te (ma amo un’altra). Dimenticavo: il disco si intitola Difficile da trovare. Per chi il rock lo vuole sporco e maledetto abbiamo Il teatro degli orrori, guidato dall’ex One dimensional man Pierpaolo Capovilla, veneto, col secondo album A sangue freddo. Qui la strumentazione è minima, chitarra basso batteria, i suoni sporchi e i ritmi selvaggi. C’è un eco di Piero Ciampi, anche di Gaber e Jannacci nei brani più ironici. Come dice il nome l’influenza teatrale è forte e l’incontro Carmelo Bene- Birthday Party in brani come Majakoskij o Il terzo mondo è davvero gustoso. Questi sono solo alcuni esempi, dischi usciti da pochissimo o particolarmente validi, ma l’underground italiano è in buona salute e presto avremo altre notizie.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato