Patrizio Fariselli: un grande musicista si racconta

di Alfredo Sgarlato – Ieri sera alla biblioteca di Loano, nell’ambito della rassegna Dischi Volanti, a cura della Compagnia dei Curiosi Patrizio Fariselli ha presentato il suo libro Storie Elettriche. Per i pochi che non lo sanno Fariselli è stato il tastierista e co-fondatore degli Area, il gruppo rock italiano più importante e originale. Il libro nasce da una serie di appunti che Patrizio ha tenuto nel corso del tempo, poiché gli Area gli sono passati alla storia come gruppo impegnato e arrabbiato, mentre nella vita di tutti i giorni erano persone allegre e dalla battuta pronta, e questo è il ricordo che Fariselli (che infatti di persona è molto simpatico e affabile) vuole lasciare ai posteri.

Gli Area nacquero in Emilia, da un incontro tra persone con una formazione musicale totalmente diversa, ed è questa, dice Fariselli, che fu l’arma vincente del gruppo, ma si spostarono presto nella Milano “che non era da bere ma da fumare”. Scelsero di cantare in italiano, benché il formidabile cantante Demetrio Stratos sapesse molte lingue alla perfezione, perché agivano in Italia, ma avrebbero cantato in altre lingue nelle tournée all’estero. Però mentre all’Olympia di Parigi Demetrio si esibì in francese, il visto per gli USA non venne mai per le loro prese di posizione politiche, soprattutto pro Palestina. Alle domande del giornalista John Vignola e del pubblico Fariselli ha risposto raccontando molti aneddoti e curiosità.

La grande ricchezza musicale dell’epoca era dovuta secondo lui al fatto che molti grandi maestri, da Ellington a Stravinskij erano ancora in azione, mentre il rock avvicinava alla musica moltissimi ragazzi. Però loro non si identificavano nel progressive rock in cui in genere sono catalogati, pur riconoscendo la passione comune per i cambi di tonalità e di atmosfere all’interno di uno stesso pezzo. La passione per le melodie mediorientali e per i tempi dispari deriva dal ascolto di un misconosciuto direttore d’orchestra jazz, Don Ellis.

Gli Area non si sono mai veramente sciolti, la morte prematura di Stratos e la scelta radicale del chitarrista Paolo Tofani, diventato monaco Hare Krsna, portò ad un cambio di stile e poi alle carriere soliste. Fariselli ha suonato anche con molti cantautori (Vecchioni, Finardi, Gianco), ha composto musiche per il teatro e ad ha collaborato a progetti di educazione musicale anche con RAI3. Recentemente Patrizio si è reso conto che alcune loro composizioni non sono state “esplorate” a dovere ed ha ripreso a suonare coi vecchi compagni Tofani e Tavolazzi (il bassista, collaboratore di Guccini e Paolo Conte), col figlio del batterista Capiozzo (che purtroppo ci ha lasciati qualche anno fa) ed altri amici come Mauro Pagani.

Ovviamente Fariselli alternava la narrazione con i momenti in cui, seduto al piano, eseguiva improvvisazioni sui temi più celebri degli Area, ed ha anche eseguito un suo brano basato sulla più antico melodia pervenuta ai giorni nostri, un frammento dalla Magna Grecia. Il suo libro si intitola Storie elettriche perché, mentre le generazioni precedenti di musicisti, a cominciare da suo padre, contrabbassista nell’orchestra di Henghel Gualdi, suonavano rigorosamente non amplificato, mentre Fariselli e co. sperimentavano le nuove tecnologie tra cui i sintetizzatori; ma oggi rinnega le tecnologie nuovissime, troppo standardizzate, a favore del pianoforte a coda. Naturalmente i racconti di Patrizio sono stati farciti da gustosi aneddoti, ma non li svelo perché se no non leggete più il libro, che è edito da Auditorium e costa anche poco.

* Foto – Alberto Sgarlato

(Prossimo appuntamento con Dischi Volanti il 26/3, il Parto delle Nuvole Pesanti presenta il nuovo CD Magna Grecia)